Notiziario della Fondazione promozione sociale (n. 8)
(tratto da Prospettive Assistenziali, 154, 2006)
L’attività di tutela del Comitato
per la difesa dei diritti degli assistiti
Come i lettori ricordano,
Lo sportello è
attivo per:
–
fornire le informazioni
e il sostegno necessari ai familiari di soggetti con handicap intellettivo e ai
congiunti di adulti e anziani cronici non autosufficienti (compresi i malati di
Alzheimer), affinché possano difendere al meglio i diritti dei propri
familiari;
–
aiutare i
cittadini a predisporre correttamente le richieste agli Enti pubblici per
ottenere le prestazioni necessarie (ad esempio centri diurni, comunità
alloggio);
–
ottenere la
prosecuzione delle cure presso ospedali o case di cura private convenzionate
degli adulti e degli anziani cronici non autosufficienti, quando non è
possibile il loro rientro a domicilio e non è disponibile un posto letto
convenzionato con l’Asl in una residenza socio-sanitaria;
–
richiedere agli
Enti locali l’integrazione delle rette di ricovero, prevista dalle leggi
vigenti, che riguardano gli anziani malati cronici non autosufficienti
ultrasessantacinquenni ed i soggetti con handicap in situazione di gravità che
non dispongono di risorse sufficienti per il versamento dell’intera quota a
loro carico.
La consulenza è fornita, previo
appuntamento, a titolo gratuito.
Nell’ambito dell’attività di tutela dei
casi individuali seguiti in questo ultimo periodo, merita raccontare la vicenda
della signora M.M., di anni 94, gravemente malata e non autosufficiente a causa
di un grave deterioramento cognitivo.
Dal caso
singolo al problema generale
Dalle sue vicissitudini emerge quanto
sia vergognoso il comportamento dell’Amministrazione regionale nei confronti di
questi malati già duramente provati dalle loro gravi condizioni di salute.
Infatti, nonostante le segnalazioni, come
vedremo, inoltrate dalla Fondazione, gli Assessori alla sanità e all’assistenza
non hanno mosso un dito per impedire che l’anziana donna fosse trasferita da un
posto all’altro, come un pacco postale.
È vero che l’ammalata ha ottenuto il
diritto alle cure sanitarie, ma subendo tutti i disagi e i traumi conseguenti
ai cambiamenti.
Per tali ragioni,
«La signora
M. M., di anni 94, è gravemente malata, totalmente non autosufficiente a causa
di un “grave deterioramento cognitivo”, come precisa in data 23 novembre 2005
l’Uvg (Unità valutativa geriatria) dell’Asl 5.
«Pertanto ha
il diritto esigibile ai sensi della legge 833/1978 e dell’articolo 54 della
legge 289/2002 o alle cure ospedaliere o al ricovero presso una Rsa o, come
prevede l’Uvg dell’Asl
«Com’è noto,
i parenti non sono tenuti da nessuna disposizione di legge a svolgere le
funzioni assegnate al Servizio sanitario nazionale.
«È, altresì,
sorprendente che
«Nella già
citata allegata nota dell’Asl 5 è precisato nelle ultime due righe quanto
segue: “In lista di attesa per il ricovero in Rsa: n. 41 persone; la signora M.
M. risulta in lista al 37° posto; al primo posto utente che ha presentato la
domanda il 5 marzo 2003 attualmente
ricoverato presso struttura privata con pagamento a carico dello stesso”.
«Ne consegue
che viene violato il diritto alle cure socio-sanitarie nei riguardi di ben 41
persone appartenenti a uno solo dei distretti dell’Asl 5 e che vi è un utente,
quello al primo posto della lista di attesa che da ben tre anni paga l’intera
retta di ricovero, di cui il 56% dovrebbe essere versato dall’Asl quale quota
sanitaria. Si tratta in totale, esclusivamente per quanto concerne la quota
sanitaria, di ben 50mila euro che l’utente è stato costretto finora a versare a
causa delle inadempienze della Regione Piemonte.
«Dunque la
perdurante violazione delle leggi da parte della Regione Piemonte costringe i
cittadini a versare somme rilevanti per oneri spettanti alla sanità ed è,
quindi, una causa non trascurabile della caduta in povertà di numerose famiglie
e persone.
«Preso atto
della situazione descritta in precedenza, che riguarda alcune migliaia di
anziani cronici piemontesi, questo Coordinamento chiede a tutte le autorità in
indirizzo di voler provvedere al rispetto delle leggi vigenti e ad un corretto
utilizzo delle risorse economiche della Regione Piemonte che, lo ripetiamo,
dispone di euro 150 euro per la degenza dei vecchi malati non autosufficienti
presso le case di cura e non ne possiede 46 per il ricovero degli stessi presso
le Rsa».
Risposta del
Direttore sanitario dell’Asl 5 agli Assessori regionali e alla Fondazione
promozione sociale
Riportiamo, altresì, per la completa conoscenza della
situazione, la lettera del Direttore sanitario dell’Asl 5, datata 21 febbraio
2006 e la nota riassuntiva redatta dalla stessa Asl in merito della signora M.
M.
«Con riferimento
alla lettera della Fondazione promozione sociale, a firma della signora Maria
Grazia Breda, in data 15 dicembre 2005 relativa al ricovero della Signora M.
M., si ritiene che la situazione descritta nella lettera possa essere
affrontata su due piani:
1.
quello
dell’assistita, signora M. M., di cui
l’Uvg dell’Asl 5, competente per territorio, si è occupata e si sta occupando;
2.
quello della
gestione delle urgenze e delle liste d'attesa degli anziani per il ricovero in
strutture residenziali.
«Per il punto
uno si allega la sintesi degli interventi effettuati e proposti, in ordine di
data, dalla domanda presentata alla Uvg al ricovero in ospedale e ai successivi
trasferimenti in strutture riabilitative di primo livello.
«Per il punto
due si tenta di seguito la esposizione delle principali criticità.
«Il numero di
anziani è in costante aumento, questo lo rileviamo dai dati forniti dalle
anagrafi comunali, altrettanto sono in aumento i nuclei famigliari composti da
una sola persona, spesso anziana, e ancora, sono in aumento gli anziani non
autosufficienti per i quali viene richiesto sia un intervento di ricovero in
residenzialità che cure a domicilio.
«Le Aziende
sanitarie locali hanno, con gli Enti gestori delle risorse assistenziali,
sviluppato le loro reti di intervento sul territorio cercando di differenziare
l'offerta di sevizi in modo da rispondere ai diversi bisogni in modo più
appropriato. Nonostante questo l'offerta non soddisfa in tempo reale tutta la domanda, ma si sono create
oramai da anni delle liste d'attesa per accedere agli interventi.
«I criteri
per valutare le priorità e inserire i soggetti in lista d'attesa sono quelli
previsti dalla normativa regionale, ripresa nei regolamenti aziendali.
«Il ricovero
in ospedale e l'opposizione alla dimissione creano il trasferimento in strutture
riabilitative, non sempre appropriato, e generano l'aspettativa o di una
ripresa con restituzione alle condizioni precedenti il ricovero o di un
immediato inserimento in residenzialità, a fronte del persistere del problema.
Aspettative queste, spesso generate dallo stesso clinico che trasferisce in
struttura riabilitativa, senza un vero e proprio progetto assistenziale con il
coinvolgimento di tutti i possibili attori.
«In tal modo
si sta diffondendo, pericolosamente, l'idea che il passaggio in ospedale e poi
in struttura riabilitativa faccia acquisire un vantaggio sulla lista d'attesa,
che verrebbe a ledere il diritto di coloro che stanno aspettando il posto in
residenzialità, nelle loro case con alto carico assistenziale dei famigliari, o
già ricoverati in residenzialità a proprie spese, rendendo infine ingestibile
la lista d'attesa e vanificando il lavoro di valutazione delle priorità svolto
dalle Uvg.
«Si
sottolinea che i fondi per pagare i ricoveri in casa di cura sono erogati dalla
Regione Piemonte a budget annuale, sulla scorta di tariffe concordate a livello
regionale e delibera della Giunta regionale, mentre quelli per pagare i
ricoveri in residenzialità sono presenti nella quota capitaria e, anche se
rivisti annualmente, non sono stati incrementati in ragione della domanda.
«Si è
consapevoli che questa vicenda evidenzia delle contraddizioni organizzative e
un contrasto di interesse tra le esigenze del singolo e quelle della “lista
d'attesa”, che neppure una maggiore disponibilità di risorse appianerà del
tutto».
Infine il Direttore dell’Asl segnala la
già citata situazione a dir poco allarmante. Risulta infatti che per il solo
distretto di riferimento nella lista di attesa per ricovero in Rsa vi sono:
« n.
41 persone; la signora M. M. risulta in lista al 37° posto; al primo posto
utente che ha presentato la domanda il 5 marzo 2003 attualmente ricoverato
presso una struttura privata con pagamento a carico dello stesso».
Alla sopra riportata lettera del Direttore sanitario
dell’Asl 5 è allegata la seguente nota:
«7.7.2005
- Domanda Uvg presentata dal figlio P. A. con richiesta di interventi
domiciliari ed eventuale ricovero temporaneo in caso di necessità, allegata
alla domanda scheda del medico di medicina generale datata 15 giugno 2005;
19.7.2005 -
9.08.2005 - Il figlio
P. A. scrive a codesta Uvg modificando la richiesta assistenziale e richiedendo
il ricovero in residenza per anziani;
22.09.2005 - Viene
valutata dall’Assistente sociale della Commissione Uvg ed emerge che trattasi
di signora che viveva a casa propria con l’assistenza di una badante. La
signora ha due figli non conviventi, P. A. residente a S. e P. G. residente a
V. Il reddito della signora è di euro 1.409,92, comprensivi di assegno di
accompagnamento attualmente sospeso per ricovero;
10.10.2005
- La commissione Uvg esprime parere
favorevole al ricovero in struttura Rsa e pone la signora nella specifica
graduatoria per il ricovero;
17.10.2005
- L’esito della valutazione
viene comunicato alla signora;
18.10.2005 -
24.10.2005
-
25.10.2005 -
11.11.2005 -
15.11.2005 - I figli scrivono al Direttore sanitario
dell’Asl
17.11.2005 -
1. di approfondire le condizioni
sanitarie della signora M. M. per avere elementi sulle possibilità di gestione
domiciliare ed un eventuale inserimento parziale presso un centro diurno;
2. di offrire 1'Adi nel primo periodo di
rientro al domicilio con la fornitura di tutti gli ausili necessari;
3. di rivedere i figli non appena in
possesso degli elementi suddetti proponendo agli stessi le possibilità
famigliari per il rientro a domicilio;
23.11.2005 -
4.01.2006 -
9.01.2006 -
11.01.2006 -
19.01.2006 -
Considerazioni della Fondazione
Mentre la assoluta gravità della situazione è esposta
nella lettera della Fondazione promozione sociale, osserviamo che:
–
le condizioni di
salute della signora M. M. sono valutate molto meno gravi dalla casa di cura
rispetto alla Commissione Uvg, molto probabilmente per giustificare le
dimissioni. Al riguardo ricordiamo che dopo un certo periodo di tempo le case
di cura private ricevono dalla Regione Piemonte una retta di degenza decurtata
del 20-40%;
–
i figli hanno
garantito, sia direttamente sia tramite personale da essi pagato, costante
sostegno alla loro madre durante la degenza presso le case di cura X e Y;
–
la signora M. M.,
a conferma dell’estrema gravità delle sue condizioni di salute, è deceduta il 5
marzo 2006, nell’ultima casa di cura convenzionata dove era ricoverata con
retta a carico del Servizio sanitario regionale;
– per quanto riguarda la segnalazione del Direttore generale dell’Asl sul fatto che «il primo posto utente che ha presentato la domanda il 5 marzo 2003» per il ricovero presso una Rsa, alla data di cui sopra è «ricoverato presso una struttura privata con pagamento a carico dello stesso», a causa delle inadempienze della Regione Piemonte, il paziente ed i suoi congiunti hanno speso finora, calcolata la retta di 70 euro al giorno, oltre 70mila euro!