Pro-memoria per l’incontro di martedì 15
settembre 2009
c/o
Fondazione
promozione sociale, via Artisti 36, Torino
con le Associazioni e
i cittadini
Sostenitori della
petizione popolare
ALCUNI OBIETTIVI SU CUI SAREBBE
OPPORTUNO CONCENTRARE I NOSTRI SFORZI NEL PROSSIMO FUTURO
Nel corso dell’incontro del 29 giugno u.s. i rappresentanti del Comitato promotore della petizione popolare hanno evidenziato i seguenti punti:
cure domiciliari: la delibera regionale è positiva perché per la prima volta verrà realizzato un modello omogeneo su tutto il territorio piemontese; tuttavia è necessario riaprire la trattativa per aumentare il contributo forfetario – oggi veramente insignificante - riconosciuto ai nuclei familiari che accolgono un soggetto malato cronico non autosufficiente ultrasessantacinquenne; inoltre si deve chiedere che l’importo dell’indennità di accompagnamento non sia calcolato come reddito, così come prevede la normativa nazionale; infine è indispensabile che il provvedimento sia esteso anche agli adulti affetti da patologie croniche invalidanti (per i minori è già stato approvato il provvedimento specifico), ovvero soggetti con minorazioni e i malati psichici.
Centri diurni per soggetti dementi e i malati di Alzheimer: è
positiva la previsione di incrementare i posti disponibili per i centri diurni,
ma continuiamo a ritenere che non sia accettabile il pagamento previsto dalla
delibera regionale per il pranzo e il trasporto. In base alla nostra esperienza
questo può determinare il mancato accesso da parte delle famiglie monoreddito.
Si propone quindi di riaprire anche in questo caso la trattativa con
Ricoveri: è urgente ottenere – ancora con questa amministrazione regionale – l’approvazione di un’informativa scritta da consegnare agli utenti prima del ricovero in strutture residenziali socio-sanitarie e socio-assistenziali. Il provvedimento riguarda tutti gli utenti: anziani cronici non autosufficienti, soggetti con problemi psichici; persone con handicap, familiari (compresi affidatari) e tutori di minori.
In particolare per gli anziani non autosufficienti l’assenza di questo provvedimento (previsto dalla Dgr 17/2005) fa si che siano ancora tantissime le strutture private convenzionate che chiedono il pagamento di prestazioni alberghiere o sanitarie già coperte dalla retta di ricovero pagata dall’interessato e/o integrata dall’Ente locale e dall’Asl con la quota sanitaria. Altre iniziative dovranno essere pensate per la revisione dell’attività di vigilanza assolutamente inadeguata.
Psichiatria: prosegue, anche se con molta fatica, l’azione
intrapresa nei riguardi dell’Assesorato alla sanità della Regione. Si concorda
sulla necessità di proseguire sull’attività di difesa dei soggetti più gravi,
anche allo scopo di acquisire elementi per il confronto con le istituzioni. Al
riguardo si ritiene necessario predisporre un depliant informativo specifico da
utilizzare sia per la diffusione in occasione di convegni e manifestazioni, sia
per informazione diretta agli utenti.
Assistenza: sarebbe auspicabile riuscire ad ottenere per le persone prive di mezzi di sussistenza e inabili al lavoro l’approvazione di una delibera che stabilisca il diritto esigibile al minimo vitale, come primo livello essenziale di assistenza nel territorio piemontese; in secondo luogo è comunque utile proseguire con la sollecitazione nei confronti degli enti locali gestori dei servizi socio-assistenziali affinché recepiscano le disposizioni della legge regionale n. 1/2004, come richiesto con la petizione popolare. Ricordo che gli articoli 18, 22, 35 della citata legge prevedono il diritto esigibile per le persone in difficoltà e la destinazione prioritaria delle risorse per il soddisfacimento dei loro bisogni. Finora sono solo 4 i Consorzi socio-assistenziali adempienti.
Ottenere il recepimento della legge regionale 1/2004 è importante per sostenere le persone e i nuclei familiari in difficoltà nei quali sono presenti anche dei minori, laddove sono validi sia sul piano affettivo che educativo. E’ però altrettanto necessario rilanciare l’affidamento familiare a scopo educativo per offrire al minore un’alternativa valida al ricovero in comunità alloggio, quando non può continuare a restare al domicilio.
In particolare per i soggetti con handicap l’impegno dovrebbe essere rivolto ad ottenere una revisione delle attuali normative regionali (analogamente a quanto è stato fatto per gli anziani non autosufficienti). Richiesta avanzata dal Comitato promotore in occasione della consultazione sulla delibera predisposta per l’accreditamento delle strutture, che è stata accolta e che sarà anche oggetto del prossimo convegno (9 ottobre 2009) promosso dall’Utim.
ALCUNE PROPOSTE DI INIZIATIVE CHE SI POTREBBERO ASSUMERE PER
RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI CUI SOPRA:
- richiesta di audizione alla IV Commissione del Consiglio regionale per le questioni attinenti (cure domiciliari, vigilanza, regolamento per gli utenti ricoverati);
- predisposizione di una “cartolina per Bresso”che i cittadini dovrebbero spedire (per posta o per e-mail). Potrebbe avere la duplice funzione di informazione e sensibilizzazione sui temi delle persone non autosufficienti e, nel contempo, sollecitazione alla Giunta per accogliere ancora alcune richieste prima di fine mandato;
-
adesione agli Stati generali sull’assistenza,
proposto dalla Conferenza San Vincenzo de Paoli alle organizzazioni del terzo
settore perchè
-
utilizzo dei convegni promossi da Alzheimer
Piemonte (22 settembre 2009),
-
contatti con
- riallacciare i rapporti con le associazioni di Alessandria e Asti per la stampa dell’opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure sanitarie…” ;
- coinvolgere i propri volontari (ad esempio volontari Avo, Avuls) che hanno accesso alle strutture residenziali di ricovero per verificare (vigilare) l’apposizione di due tabelloni indicanti, il primo gli orari delle presenze dei medici, il secondo i turni, reparto per reparto, degli altri operatori, come previsto dalla Dgr 17/2005 ma che la maggioranza delle strutture non ha predisposto. Questo aspetto è rilevante per verificare la presenza di tutto il personale previsto dalle convenzioni stipulate Asl e dai Comuni, e sarebbe un utile monitoraggio dal basso per raccogliere informazioni preziose da utilizzare in sede di tavolo di lavoro Lea. La stessa iniziativa potrebbe essere assunta dai parenti dei ricoverati che hanno già collaborato raccogliendo firme per la petizione popolare.