LA 2a PETIZIONE POPOLARE
Resoconto dell’incontro
con le Organizzazioni sostenitrici, Torino 4 ottobre 2011
L’incontro del 4 ottobre
2011 è stato molto partecipato.
L’aggiornamento su quanto è successo nei mesi di luglio, agosto e settembre è riportato alla fine della presente.
Si richiama subito
Confermati gli
effetti devastanti del piano di rientro della sanità.
Nel corso del Consiglio regionale straordinario, che ha avuto
luogo il 20 settembre u.s. (ottenuto grazie alle firme raccolte con la
Petizione popolare e alle manifestazioni di aprile e maggio) è emerso che:
-
sono circa 28mila le persone non autosufficienti
in lista di attesa, che attendono – anche da due/tre anni – le prestazioni
domiciliari oppure la frequenza di un centro diurno o il ricovero in una
struttura residenziale convenzionata. Per la sola Città di Torino sono 11 mila,
come è
emerso dall’audizione della IV Commissione consigliare del 26 luglio u.s.;
-
tanto in Consiglio regionale quanto in
Comune - e da parte di entrambi gli schieramenti - è stato riconosciuto che la
situazione è allarmante, perché si inserisce in un momento particolarmente
critico per moltissime famiglie piemontesi, che sono state duramente colpite
dalla crisi in atto; famiglie che sono o stanno per diventare povere perché
stanno sostenendo oneri economici rilevanti (2.000 – 2.500 euro al mese per un’assistenza
privata a casa: 3.000-3.500 euro al mese per un ricovero in Rsa). Famiglie che
si rivolgono al nostro Comitato di difesa, perché hanno esaurito i risparmi
dell’interessato e devono intaccare quelle messe da parte per il loro futuro e
quello dei figli, spesso ancora a carico perché o disoccupati o con redditi da
lavoro non sufficienti e, che, quindi, devono essere aiutati.
I 30 milioni per il welfare sono del tutto insufficienti.
A fronte dei dati di cui sopra, in merito ai 30
milioni che finalmente la Giunta Cota ha deciso di sbloccare osservo che:
a.
è positivo che ci siano questi
stanziamenti ed è frutto sicuramente di tutta la pressione esercitata con le
numerose proteste (v. al fondo) di questi mesi a cui abbiamo contribuito
moltissimo con le nostre iniziative. Tuttavia riguardano solo il 2011; e per il
2012?
b.
è positivo che si cominci a parlare di
priorità dei finanziamenti (è il primo punto della Petizione popolare), ma è
grave che si metta sul capitolo
“welfare/assistenza” anche la questione delle persone non autosufficienti, che sono invece “malati”
e, quindi, hanno diritto in primo luogo alle cure sanitarie e socio-sanitarie
garantite dai Lea; 30 milioni sono niente di fronte ai 28mila piemontesi non autosufficienti in lista di attesa;
c.
c’è l’impegno ad agire nei confronti del
Governo, ma per le ragioni di cui al punto b), non è sufficiente chiedere il
finanziamento del “Fondo per le non autosufficienze”. In primo luogo è
indispensabile chiedere – come si fa nella Petizione nazionale (v. più avanti) –
il finanziamento statale dei Lea, Livelli essenziali
di assistenza sanitaria, finanziamento che rientra fra gli stanziamenti del
Fondo sanitario nazionale.
Inoltre nella Dgr del 29 luglio 2011, n. 3-2482 “Obiettivi
economici-finanziari delle Aziende sanitarie regionali per l’anno
Permane un clima
di “imbarbarimento”
nei confronti dei malati non autosufficienti
Nella nota del Difensore civico regionale del 27 settembre u.s. (già
inoltrata e comunque disponibile sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it
alla voce “Documenti” ) una lunga parte della lettera è dedicata a sottolineare
“l’abbandono” in cui vengono lasciati gli utenti e i loro familiari dopo le
visite delle Commissioni delle Asl (Uvg, Uvh).
Nell’attività di difesa degli assistiti abbiamo anche noi
assistito ad un aumento di dimissioni forzate
(per un caso è seguito un esposto penale e un’interrogazione in Regione),
pressioni sui familiari impossibilitati a farsi carico dei loro congiunti e
imposizione della sottoscrizione dell’accettazione di dimissioni allo scadere
dei 30 giorni del ricovero in casa di cura convenzionata. A
seguito dell’intervento della Fondazione promozione sociale (presso le
Direzioni delle Asl e delle strutture di ricovero, l’Assessorato alla sanità e
il Difensore civico regionale), i comportamenti scorretti a nostra conoscenza
sono rientrati. Tuttavia questa situazione è anche frutto delle disposizioni della Giunta Cota ai Direttori generali delle
Asl (vedi sopra), tutte orientate alla riduzione delle spese, senza alcuna
direttiva in merito agli obblighi dovuti per legge (Lea) e alle priorità degli
interventi per le persone non autosufficienti e non in grado di difendersi.
Non dimentichiamo
l’utilizzo clientelare delle risorse e i mancati introiti.
Ricordo che a tutt’oggi non è dato di sapere se
Inoltre, a causa del ritiro della Giunta Cota dal processo sulle “quote latte”, è
sfumata la possibilità per
Sulla questione risorse invito a leggere il libro di Mario
Giordano, “Sanguisughe: le pensioni d’oro che ci prosciugano le tasche”, Mondadori, 2011 e l’articolo
“Una prima risposta al pretesto della scarsità delle
risorse economiche indispensabili per le esigenze vitali delle persone non
autosufficienti” (n. 175, 2011 di Prospettive assistenziali” consultabile
sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it
alla sezione “Prospettive assistenziali”.
Per la cultura le
risorse si sono trovate, per chi non è autosufficiente
torna l’ipotesi di chiedere alle famiglie di compartecipare al pagamento delle
rette
Come avrete appreso dai giornali, per il settore cultura
Per chi non è autosufficiente, invece, tanto il Presidente della
Giunta On. Cota, quanto l’Assessore alla sanità
Monferino, nel corso del Consiglio
regionale prima citato e attraverso i giornali, hanno rilanciato di nuovo
l’idea di chiedere la compartecipazione alle famiglie degli assistiti. È stata
inviata dal Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base, una
nota (riportata sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it
alla voce “Documenti”) con la quale si è ribadito che, in primo luogo,
COSA POSSIAMO FARE
LA PETIZIONE
NAZIONALE PER CHIEDERE IL FINANZIAMENTO DEI LEA
Di fronte alle decine di migliaia di persone non
autosufficienti (anziani colpiti da patologie invalidanti, dementi senili,
soggetti con handicap intellettivo, malati psichiatrici gravi e limitata
autonomia) alle quali sono molto spesso negate le prestazioni socio-sanitarie,
la Fondazione promozione sociale onlus ha promosso una Petizione popolare nazionale per il finanziamento dei
Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria
con l’appoggio delle seguenti organizzazioni: Adina, Associazione per la difesa
dei diritti delle persone non autosufficienti onlus (Firenze); Associazione
senza limiti (Milano); CartaCanta onlus, Associazione
tutela diritti persone non autosufficienti (Parma); Comunità Progetto Sud onlus
(Lamezia Terme, Cz); Csa, Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base (Torino); Gruppo solidarietà (Moie di
Maiolati, An); Medicina Democratica onlus (Milano); Mtd
onlus, Movimento per la tutela dei diritti delle persone diversamente abili e
quelle non autosufficienti (Pavia); Opinio Populi (Lecco). Riviste:
Appunti;
Controcittà; Prospettive assistenziali.
Sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it
è disponibile il testo della Petizione popolare nazionale in cui sono anche
indicate le modalità per ottenere l’attuazione dei diritti previsti dalle leggi
vigenti, il volantino nonché la documentazione di approfondimento.
Le associazioni
aderenti alla 2a Petizione popolare dovrebbero aderire e raccogliere
firme anche a sostegno della Petizione nazionale sui Lea
inviando una lettera di adesione con esplicitati i motivi per cui si sostiene
l’iniziativa; è anche importante coinvolgere le sezioni che operano in altre
Regioni italiane.
Ai cittadini si
deve spiegare che è importante segnalare al Parlamento le esigenze delle
persone non autosufficienti e i carichi enormi che gravano sui loro familiari:
con la Petizione nazionale chiediamo al Parlamento di finanziare i Lea; con la 2a Petizione popolare
chiediamo
alla Regione Piemonte di dare priorità al finanziamento dei 14 punti con
i quali chiediamo l’esigibilità delle prestazioni socio-sanitarie e socio-assistenziali.
Chiedete i moduli
alla segreteria per la raccolta delle firme: Fondazione promozione sociale
onlus - Via Artisti 36 - 10124 Torino - tel. 011-8124469, fax 011-8122595,
e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it
www.fondazionepromozionesociale.it
RIPRENDERE LA
CAMPAGNA INFORMATIVA
Per contrastare i gravi comportamenti sopra citati
e tutelare i malati e i loro congiunti è stata
intensificata la campagna informativa (v.
www.fondazionepromozionesociale.it,
sezione “Documenti”) davanti ai poliambulatori. Ogni associazione può assumerla
in proprio e promuovere la diffusione di un’informazione corretta sui diritti
già oggi esigibili ad esempio con un volantinaggio una
volta ogni 15 giorni davanti al poliambulatorio della propria zona o in altra
sede frequentata (ospedale, mercato, supermercato…).
AGGIORNARE I
PROPRI SITI E I PROPRI VOLONTARI
E’ fondamentale inserire la campagna informativa sul diritto
esigibile alle cure sanitarie e socio-sanitarie sui propri siti internet. Al
riguardo ricordo che potete recuperare sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it
tutta la documentazione utile sia per opporsi alle dimissioni da ospedale e
case di cura convenzionate, sia per richiedere prestazioni che rientrano nei
Lea (centri diurni, comunità alloggio, accesso al Dea di malati non
autosufficienti non più gestibili al domicilio).
Per i
corsi con i volontari
sono disponibili ancora copie del
Dvd dell’Ulces (durata 5 minuti), in visione sul sito succitato e
copie dell’opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure sanitarie…”.
E’ importante anche scrivere sulle proprie riviste come
diversi hanno cominciato
a fare con regolarità, anche per tenere costantemente aggiornati
i propri soci.
COINVOLGIMENTO
DEI SINDACI E DEI CONSIGLIERI COMUNALI
Raccomando la ripresa dei contatti con i Sindaci e i Consiglieri
comunali affinché, sulla base della traccia che vi è già stata inoltrata (riportata
sul sito
www.fondazionepromozionesociale.it),
siano approvati ordini del giorno, mozioni che impegnino i Comuni ad attivarsi
con coraggio nei confronti delle Asl e della Regione Piemonte. Ad esempio,
grazie alle iniziative attuate nei confronti del Comune di Torino, finalmente
il Sindaco Fassino ha preso posizione nei confronti
della Giunta Cota.
Anche ai Comuni si può chiedere di aderire alla Petizione
nazionale sui Lea e alla 2a Petizione
popolare e di inoltrare i loro atti per conoscenza al Parlamento e alla Regione
Piemonte.
COINVOLGERE ALTRE
ASSOCIAZIONI A PARTIRE DALLE PROPRIE SEZIONI PIEMONTESI
Come già detto è importante che arrivino alla Regione Piemonte
segnali di adesione e coinvolgimento attivo sulla petizione popolare da parte
anche di associazioni che operano nelle province piemontesi. Conto quindi sull’appoggio
di quanti sono già in collegamento con altre realtà, affinché siano estese le
iniziative di cui sopra.
Riepilogo delle principali iniziative
attivate tra maggio-settembre 2011
A
seguito delle iniziative messe in campo dalle associazioni aderenti alla 2a
Petizione popolare nei mesi di aprile, maggio e giugno, si è ottenuto quanto
segue:
-
il 19 maggio 2011 si è svolto un Consiglio
regionale straordinario con l’approvazione di due ordini del giorno (di
maggioranza e minoranza) per richiamare
-
l’articolo 35 della
legge 1/2004 non è stato modificato; pertanto i Comuni devono assicurare
risorse in base ai bisogni espressi
nel piano di zona;
-
i Comuni (Anci) hanno
ricorso al Tar per ottenere dalla
Regione i fondi per le politiche sociali e la revisione dei criteri della
delibera regionale, che aveva penalizzato molti enti locali;
-
si sono mobilitati
i Consorzi socio-assistenziali di Torino e Provincia, nonché molti comuni a
difesa delle fasce deboli;
-
i Consiglieri
regionali del Partito democratico (Reschigna, Lepri, Boeti) hanno predisposto
un documento programmatico i cui contenuti riprendono moltissimi
punti della 2a Petizione popolare
su cui dovrebbe aprirsi a breve
un
confronto con le forze sociali; con la segreteria del Pd hanno organizzato una
iniziativa pubblica, a cui siamo intervenuti per presentare i problemi della
petizione popolare e per raccogliere firme;
-
il Consigliere Laus (Pd) ha presentato un ordine del giorno sulla
situazione drammatica delle liste d’attesa per le cure domiciliari e i ricoveri
(Rsa, comunità alloggio) delle persone non autosufficienti (adulti e anziani,
malati di Alzheimer e psichiatrici, persone con handicap in situazione di
gravità), che è stato discusso nel Consiglio straordinario regionale del 20
settembre 2011. Il Consigliere ha altresì organizzato una conferenza stampa (2
agosto) e mette a disposizione la consulenza di un suo avvocato per valutare la
possibilità di una class action.
-
Importante:
in totale abbiamo ottenuto finora tre Consigli regionali straordinari sui punti
della 2a Petizione popolare. Tutti i Consiglieri intervenuti
(maggioranza e minoranza) hanno sottolineato l’apporto
delle nostre associazioni e condiviso
alcune delle proposte contenute nella petizione popolare (cure domiciliari,
dimissioni protette), sollecitando
-
le associazioni dei
gestori privati (Anaste, Confapisanità) e le cooperative sociali hanno preso
posizione e si sono mobilitate nei confronti della Regione, avanzando proposte
che vanno nella direzione delle richieste della 2a Petizione
popolare;
-
le Organizzazioni
sindacali dei pensionati Cgil, Cisl e Uil di Torino e provincia hanno
consegnato il 5 ottobre u.s. 200mila cartoline alla Giunta Cota. Al riguardo
sul sito www.fondazionepromozionesociale.it
sezione “Documenti”, è presente la nota che è stata inviata come Csa
(Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base);
-
audizioni
sono state accordate dalla IV Commissione del Comune di Torino sui problemi
relativi alle persone con handicap intellettivo e sulla necessità di dare
priorità al finanziamento delle prestazioni Lea per chi non è autosufficiente
(primo punto della petizione popolare);
-
la Provincia di
Torino ha approvato la stampa dell’opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure
sanitarie…”, che uscirà insieme a quello predisposto da loro ed è quasi pronto
l’ordine del giorno a sostegno della 2a Petizione popolare
(audizione del 19 gennaio 2011).
Importanti
sostegni sono giunti:
- dalle quattro recenti sentenze, che ribadiscono l’esigibilità
dei Lea, Livelli essenziali di assistenza (una sintesi è disponibile sul
sito
www.fondazionepromozionesociale.it);
-
dal Difensore
Civico regionale del Piemonte in merito alle problematiche relative alle liste
di attesa e reddito di riferimento con riguardo alle prestazioni sociali
agevolate di natura socio-sanitaria (v.
www.fondazionepromozionesociale.it
sezione “Documenti”).
Nuove adesioni
alla 2a Petizione popolare:
-
Alla data attuale
hanno formalmente aderito anche le seguenti organizzazioni: Associazione onlus
“Cristina Casagrande” (No); Ama, Associazione malati di Alzheimer (No); Anaste,
Associazione nazionale strutture terza età (Caresanablot, Vc);
Avuls, Associazione per il volontariato dei servizi
socio-sanitari (Lanzo, To); Liberi di scegliere onlus, Associazione di famiglie
con figli diversamente abili (Vc); Apice,
Associazione piemontese contro l’epilessia onlus (To); Associazione di
volontariato Vivamente (Moncalieri, To); Associazione culturale Carta e Penna
(To); Associazione Orizzonti (Borgomanero, No); Associazione di promozione
sociale Gazza ladra (Invorio, No); Osservatorio attivo Ovada onlus (Ovada, Al),
Unione italiana ciechi (To).
-
La
raccolta delle firme è proseguita a Torino e nelle province piemontesi: nei prossimi giorni verranno consegnate al Presidente della Giunta On. Cota
altre 1758 firme che, unite a quelle già consegnate, portano ad un
totale di 12.590.
-
La
2a Petizione popolare è stata promossa nei mesi estivi nei confronti
di associazioni presenti nelle province piemontesi
(sezioni Avo, Angsa, Diapsi, Gruppi di volontariato vincenziano, Anfaa, Utim,
Parkinsoniani). Adesso è indispensabile che l’appoggio continui da parte
delle rispettive sedi torinesi;
-
è stata inviata la “lettera aperta al Sindaco e
al Consiglio Comunale”; ho ricevuto
risposte positive da diverse realtà, che stanno lavorando per coinvolgere i loro
enti locali e chiedere prese di posizione pubblica a tutela delle persone non
autosufficienti; l’invito è a proseguire su questo fronte, perché i Sindaci
hanno dato battaglia per difendere gli ospedali, possono e devono fare
altrettanto per chiedere il rispetto dei Lea per chi non è autosufficiente;
Per tutto quanto
sopra
Tuttavia la
situazione rimane grave
e
per questo è richiesto a tutti un aumento di impegno,
con il sostegno della Petizione nazionale sui Lea, oltre che della 2a
Petizione popolare e la diffusione della “Campagna informativa”,
anche mediante i propri siti.