“IL DIRITTO DI TUTTI I BAMBINI FIN DALLA NASCITA ALLA
FAMIGLIA E
Allegato 2
Carta del gemellaggio sociale
“Oggi il concetto stesso di democrazia è inscindibile da quello dei
diritti dell’Uomo” (Norberto Bobbio).
La solidarietà sociale si deve confrontare con il grande e problematico
tema dei valori all’interno di uno stato laico: l’affermazione e la creazione
di condizioni affinché i diritti della persona siano effettivamente esigibili e
fruiti dai singoli cittadini, in quella logica che Norberto Bobbio ha definito
la “religione civile del nostro tempo”.
A
partire da questo approccio, il concetto di
solidarietà sociale e di assistenza perdono completamente la valenza di
elargizione benevola o scelta opinabile di rapporti tra persone, ma al
contrario da parte delle Istituzioni nasce un obbligo alle azioni che
garantiscono l’attuazione concreta dei diritti.
Questo può avvenire solo all’interno di una cultura della pace, della
legalità ed in un quadro di sicurezza (oggettiva e percepita) che, uniche a
livello locale, nazionale ed internazionale, possono garantire le
condizioni per l'affermazione in pratica dei diritti dei singoli, dei gruppi e
delle nazioni.
Solo in questo
senso ci si può porre, infine, il problema della qualità della vita dei
cittadini, la quale attraversa tutti gli aspetti della vita umana e definisce
il modo in cui avviene la fruizione dei diritti.
La motivazione
delle azioni si ispira pertanto ai principi della
legge di riforma dell’assistenza (legge 328/2000) che definisce i diritti esigibili. Non sempre
i diritti sono effettivamente fruibili in analoga misura da parte di tutti i
cittadini, a fronte di diverse
condizioni socio-economiche, urbanistiche e sanitarie,
pertanto si ritiene che il compito delle Istituzioni sia quello di concorrere a
contribuire all'appianamento delle differenze e al miglioramento delle
condizioni di fruibilità e applicabilità dei diritti dei cittadini.
Nasce così un’idea di cittadinanza non solo
più legata al territorio, ma espressiva di una serie di attribuzioni
di cui nessuno può essere privato. La costruzione dal basso di una rete di
diritti tende a realizzare una tessitura giuridica che offre a
tutti la possibilità di essere riconosciuti come cittadini. Servono istituzioni
che incarnino questa funzione.
Le Province, ispirandosi
ai Principi della Dichiarazione universale dei diritti umani, della Carta
europea dei diritti fondamentali, della Costituzione italiana, ritengono
importante:
- che ad ogni individuo, per il solo fatto di essere nato, debbano essere riconosciuti i diritti elementari di salute, educazione, uguaglianza di opportunità ed il diritto alla felicità e alla pienezza della propria esistenza;
- che il tema della centralità della persona, del diritto di avere un progetto di vita e lavorativo in un clima di tolleranza e di pace, coinvolga tutti i soggetti presenti nel territorio: i cittadini, le associazioni, le imprese e la pubblica amministrazione;
-
che si crei un
sistema di iniziative che metta in relazione enti ed istituzioni finalizzate
alla diffusione dei diritti fondamentali della persona e alla consapevolezza
della loro esigibilità al fine di predisporre su tutto il territorio nazionale
politiche volte a :
*
contrastare
la povertà;
*
favorire
il benessere e sostenere la domiciliarità delle persone anziane e disabili;
*
aver cura
e sostenere i minori, anche stranieri non accompagnati, in situazione di
disagio;
* sostenere
i nuclei familiari, con attenzione particolare ai tempi dedicati al lavoro e
alla cura;
* tutelare
le gestanti e il diritto dei bambini alla famiglia;
* sostenere
iniziative di solidarietà e auto-aiuto;
* perseguire
le pari opportunità e contrastare le discriminazioni;
- che si debba alimentare lo spirito che anima
l’esercizio dei diritti di cittadinanza, la
partecipazione, la capacità di assumere responsabilità, la diffusione
della cultura della solidarietà e della pace.
Le Province si impegnano a: