Convegno
nazionale
“IL DIRITTO DI TUTTI I BAMBINI FIN DALLA NASCITA ALLA
FAMIGLIA E
CONCLUSIONI OPERATIVE
-
prevenire gli
abbandoni che mettono in pericolo la vita dei neonati;
-
evitare gli
infanticidi;
-
fornire alle
gestanti le prestazioni necessarie perché possano assumere con la massima
responsabilizzazione possibile le decisioni circa il riconoscimento o il non
riconoscimento dei loro nati (ogni anno in Italia nascono circa 400 minori non
riconosciuti);
-
garantire ai
minori, con particolare riguardo a quelli in condizioni di disagio, le
prestazioni previste dalle leggi 184/1983 e 149/2001 per la loro migliore
crescita possibile (sostegno al nucleo familiare di
origine, adozione, affidamento a scopo educativo, comunità, a seconda delle
situazioni).
Allo scopo di
evitare gli infanticidi e gli abbandoni che mettono a repentaglio la
sopravvivenza dei bambini, le vigenti disposizioni di legge (vedi
allegato 1)
attribuiscono a tutte le donne tre importanti diritti:
-
garanzia del
segreto del parto;
-
scelta se
riconoscere o meno come figlio il proprio nato;
-
informazioni
esaurienti, comprese quelle relative alla possibilità di un periodo di
riflessione successivo al parto in merito alla decisione concernente il
riconoscimento.
Il convegno è stato promosso anche nella prospettiva di costruire un sistema di iniziative permanenti di “Gemellaggio sociale” (vedi allegato 2) che metta in relazione istituzioni, enti pubblici e organizzazioni private con l’obiettivo di assicurare diritti esigibili anche ai cittadini in difficoltà, per quanto concerne le loro esigenze fondamentali di vita.
Nel corso del convegno sono state distribuite le proposte per un linguaggio appropriato in materia di adozione (vedi allegato 3).
Il convegno è
stato organizzato dall’Associazione promozione sociale e dall’Assessorato alla
solidarietà sociale della Provincia di Torino, con il patrocinio dell’Assessorato
al welfare e lavoro della Regione Piemonte e quello della Città di Torino.
Preso atto delle competenze attribuite alle
Province dalla legge 2838 del 1928, richiamate dal 5° comma
dell’articolo 8 della legge 328/2000, le questioni importanti, su cui lavorare,
sono risultate essere le seguenti:
l. il trasferimento ai Comuni delle funzioni riguardanti
l’assistenza ai minori nati fuori del matrimonio, nonché quelle assegnate alle
Province dalla legge di scioglimento dell’Onmi. Inoltre, sarebbe auspicabile
che detto trasferimento venisse effettuato anche nei
confronti dei soggetti (adulti e minori) definiti dal regio decreto 383/1934 «ciechi
e sordi poveri rieducabili» in modo da eliminare l’odiosa separazione delle
competenze relative ai nati nel o fuori dal matrimonio e l’assurda distinzione
fra ciechi e sordi «poveri rieducabili» e gli altri soggetti colpiti da
handicap sensoriale ma non in condizione di povertà;
2. la predisposizione di servizi (almeno uno
per ciascuna Regione con un numero limitato di abitanti;
per
3. le disposizioni per
l'attuazione dei punti precedenti dovrebbero essere assunte mediante legge,
come previsto dal 5° comma dell’articolo 8 della legge
328/2000;
4. l’individuazione
di un numero verde a cui le donne in difficoltà e le organizzazioni sociali
interessate al problema possano rivolgersi per ottenere le informazioni
necessarie. Per quanto concerne
Di particolare importanza il documento inviato
ai partecipanti dall'On. Antonio De Poli (vedi
allegato 4), Assessore alle
politiche sociali della Regione Veneto e Presidente del Coordinamento degli
Assessori regionali preposti ai servizi socio-assistenziali, che si è impegnato
a farsi portavoce in sede nazionale dell'esigenza della predisposizione di linee guida concernenti:
- l’attivazione
delle iniziative di prevenzione da attuare attraverso campagne pubblicitarie anche a livello locale;
- l’individuazione degli atti
necessari per garantire gli interventi occorrenti alle gestanti e alle madri in
condizioni di disagio e ai loro nati;
- la definizione di
percorsi formativi rivolti a tutti coloro che operano
nel settore, affinché siano in possesso
di una preparazione specifica riferita anche alle conseguenze negative a medio
e lungo termine derivanti dai riconoscimenti forzati.
Nell’allegato 5 sono riportati
la relazione e il testo della proposta di legge presentata dalla Giunta
regionale piemontese, preannunciata dall’Assessore al
welfare.
Allegato 1
Allegato 2
Allegato 3
Proposte per un linguaggio appropriato in
materia di adozione
Allegato 4
Lettera dell’On. Antonio De Poli, Assessore
alle politiche sociali della Regione Veneto e Coordinatore interregionale degli
Assessori alle politiche
sociali.