Convegno nazionale  

“IL DIRITTO DI TUTTI I BAMBINI FIN DALLA NASCITA ALLA FAMIGLIA  E
LA PREVENZIONE DELL’ABBANDONO”

CONCLUSIONI OPERATIVE  (gennaio 2006)

 In una situazione in cui molti dei diritti dei bambini appaiono labili e scarsamente esigibili, scopo di questo convegno è stata l’individuazione, sulla base delle pluriennali esperienze realizzate nel nostro Paese, degli atti occorrenti per garantire interventi idonei a:
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prevenire gli abbandoni che mettono in pericolo la vita dei neonati;
- evitare gli infanticidi;
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fornire alle gestanti le prestazioni necessarie perché possano assumere con la massima responsabilizzazione possibile le decisioni circa il riconoscimento o il non riconoscimento dei loro nati (ogni anno in Italia nascono circa 400 minori non riconosciuti);
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garantire ai minori, con particolare riguardo a quelli in condizioni di disagio, le prestazioni previste dalle leggi 184/1983 e 149/2001 per la loro migliore crescita possibile (sostegno al nucleo familiare di origine, adozione, affidamento a scopo educativo, comunità, a seconda delle situazioni).

Allo scopo di evitare gli infanticidi e gli abbandoni che mettono a repentaglio la sopravvivenza dei bambini, le vigenti disposizioni di legge (vedi allegato 1) attribuiscono a tutte le donne tre importanti diritti:
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garanzia del segreto del parto;
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scelta se riconoscere o meno come figlio il proprio nato;
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informazioni esaurienti, comprese quelle relative alla possibilità di un periodo di riflessione successivo al parto in merito alla decisione concernente il riconoscimento.

Il convegno è stato promosso anche nella prospettiva di costruire un sistema di iniziative permanenti di “Gemellaggio sociale” (vedi allegato 2) che metta in relazione istituzioni, enti pubblici e organizzazioni private con l’obiettivo di assicurare diritti esigibili anche ai cittadini in difficoltà, per quanto concerne le loro esigenze fondamentali di vita.

Nel corso del convegno sono state distribuite le proposte per un linguaggio appropriato in materia di adozione (vedi allegato 3).

Il convegno è stato organizzato dall’Associazione promozione sociale e dall’Assessorato alla solidarietà sociale della Provincia di Torino, con il patrocinio dell’Assessorato al welfare e lavoro della Regione Piemonte e quello della Città di Torino.

Preso atto delle competenze attribuite alle Province dalla legge 2838 del 1928, richiamate dal 5° comma dell’articolo 8 della legge 328/2000, le questioni importanti, su cui lavorare, sono risultate essere le seguenti:

l. il trasferimento ai Comuni delle funzioni riguardanti l’assistenza ai minori nati fuori del matrimonio, nonché quelle assegnate alle Province dalla legge di scioglimento dell’Onmi. Inoltre, sarebbe auspicabile che detto trasferimento venisse effettuato anche nei confronti dei soggetti (adulti e minori) definiti dal regio decreto 383/1934 «ciechi e sordi poveri rieducabili» in modo da eliminare l’odiosa separazione delle competenze relative ai nati nel o fuori dal matrimonio e l’assurda distinzione fra ciechi e sordi «poveri rieducabili» e gli altri soggetti colpiti da handicap sensoriale ma non in condizione di povertà;

2. la predisposizione di servizi (almeno uno per ciascuna Regione con un numero limitato di abitanti; per la Regione Piemonte l’Assessore al welfare ne ipotizza tre) altamente specializzati in grado di fornire alla gestanti le prestazioni necessarie perché possano assumere le decisioni circa il riconoscimento o il non riconoscimento dei loro nati. Detti servizi, istituiti dai Comuni singoli o associati preposti alla gestione delle attività socio-assistenziali, dovrebbero assicurare, occorrendo, anche accoglienze residenziali per le donne, specialmente quelle giovanissime di 13-14 anni, espulse dal loro nucleo familiare;

3. le disposizioni per l'attuazione dei punti precedenti dovrebbero essere assunte mediante legge, come previsto dal 5° comma dell’articolo 8 della legge 328/2000;

4. l’individuazione di un numero verde a cui le donne in difficoltà e le organizzazioni sociali interessate al problema possano rivolgersi per ottenere le informazioni necessarie. Per quanto concerne la Provincia di Torino, detto numero verde (800-231310) viene pubblicizzato dal servizio “Sos donna e parto segreto”. Sarebbe certamente opportuna l’individuazione di un unico numero verde per tutto il nostro Paese (come avviene per il 118) con collegamenti tali per cui rispondono solamente i servizi in base al luogo di chiamata.

Di particolare importanza il documento inviato ai partecipanti dall'On. Antonio De Poli (vedi allegato 4), Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e Presidente del Coordinamento degli Assessori regionali preposti ai servizi socio-assistenziali, che si è impegnato a farsi portavoce in sede nazionale dell'esigenza della predisposizione di linee guida concernenti:

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l’attivazione delle iniziative di prevenzione da attuare attraverso campagne pubblicitarie anche a livello locale;

- l’individuazione degli atti necessari per garantire gli interventi occorrenti alle gestanti e alle madri in condizioni di disagio e ai loro nati;
- la definizione di percorsi formativi rivolti a tutti coloro che operano nel settore, affinché siano in possesso di una preparazione specifica riferita anche alle conseguenze negative a medio e lungo termine derivanti dai riconoscimenti forzati.

Nell’allegato 5 sono riportati la relazione e il testo della proposta di legge presentata dalla Giunta regionale piemontese, preannunciata dall’Assessore al welfare. 


Allegato 1 
Nota giuridica  

Allegato 2
Carta del gemellaggio sociale

Allegato 3
Proposte per un linguaggio appropriato in materia di adozione

Allegato 4
Lettera dell’On. Antonio De Poli, Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto e Coordinatore interregionale degli Assessori alle politiche sociali.  Proposta di tematiche da approfondire inerenti il diritto di tutti i bambini fin dalla nascita alla famiglia e la prevenzione dell’abbandono.

Allegato 5
Proposta di legge della Regione Piemonte per il sostegno alle gestanti e madri in condizione di disagio

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