emoriale delle vittime dell'emarginazione sociale

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  Bambini condannati a vivere come i ciechi

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Nell’articolo “Condannati a vivere come i ciechi”, apparso su Oggi, n. 4, 1966, Neera Fallaci, aveva intervistato il Professor Giuseppe de’ Gennaro, docente universitario e chirurgo oculista, il quale aveva dichiarato quanto segue:

«Come ispettore oculista ho controllato tutti i ricoverati a carico della Provincia di Napoli: almeno il trenta per cento potrebbe e dovrebbe essere fuori di là e frequentare classi speciali. Invece vengono bendati, abituati a non vedere perché la percezione tattile sia falsata da quella visiva e viene loro insegnato il Braille».

In quel periodo era abbastanza frequente il ricovero negli istituti per ciechi di bambini che “vedono male”, ma le istituzioni intervenivano «per procurare loro un tetto e il pane».

Il professor de’ Gennaro ricordava il caso di cinque fratelli  siciliani affetti da cataratta congenita che, sebbene l’intervento fosse felicemente riuscito «i due maggiori sono tornati all’istituto ciechi di Palermo perché ormai sono alla vigilia d’un diploma in Braille» mentre «i minori sono a Napoli, vivono in collegio». Uno dei fratelli «aveva  la cataratta congenita a un occhio, ma dall’altro ci vedeva bene. Eppure anch’egli era stato ricoverato nello stesso istituto per ciechi».

Pertanto, conseguenza crudele del trattamento ricevuto «sapeva leggere e scrivere solo in Braille» pur vedendo bene da un occhio!

Inoltre il Professor de’ Gennaro aveva precisato che «molti istituti dei ciechi, nonostante ospitino una rilevante percentuale di minorati visivi, non hanno neppure l’oculista, né vi è un controllo all’atto di ammissione del bambino».

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