emoriale delle vittime dell'emarginazione sociale

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  ANZIANI

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Operatori di una casa di riposo sotto processo:
la sentenza di Mestre

C'era una volta il «paese dei celestini». L'arcipelago poco conosciuto degli istituti-lager per minori che solo una intensa campagna di sensibilizzazione e di denuncia da parte delle organizzazioni più sensibili ai diritti dell'infanzia ha consentito di far emergere e, almeno in parte, di superare.

Ora, i «celestini» hanno cambiato età. Ma la realtà drammatica di violenze, di sevizie, il clima continuo di terrore e di minaccia nei confronti degli «assistiti» resta immutato. La stampa quotidiana nazionale ha riferito ampiamente negli ultimi tempi di situazioni gravi, drammatiche che investono anziani ospiti di case di riposo: veri e propri istituti o reparti-lager dove persone indifese (spesso non più autosufficienti) vengono sottoposte a violenze inaudite.

La sentenza che pubblichiamo è relativa al processo agli infermieri del reparto uomini non autosufficienti dell'ospizio «Villa Lucia» di Mestre.

Emerge una realtà raccapricciante: l'accusa a incaricati di pubblico servizio è di lesioni, violenza privata, violenza carnale, estorsione e minacce. Fatti allucinanti che - pur documentati e riconosciuti come reato dai giudici - muovono ad incredulità: come è possibile, ad esempio, bastonare vecchi indifesi, abusarne con un clima di vero e proprio terrore, prendersi gioco di loro spaventandoli a morte con il «gioco» della estrema unzione?

Ma altre osservazioni sorgono spontanee.

Perché la lunga catena di incredibili accuse ha preso corpo e credibilità solo dopo anni di sorda incubazione? E dov'erano - in questo come in tanti altri casi emersi negli ultimi tempi - le autorità preposte al controllo ed alla vigilanza? Che cosa hanno fatto i sindacati e soprattutto le rappresentanze interne all'istituto?

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