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ANZIANI | ||
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Sintesi di una ricerca
La ricerca sulla situazione degli
anziani ricoverati nell'Istituto Carlo Alberto di Torino, che
pubblichiamo, fornisce ulteriori conferme a
quanto Prospettive assistenziali sostiene da anni.
Il Ministero della sanità, le Regioni, i Comuni singoli e associati, le
Comunità montane continuano a violare sistematicamente il diritto degli
anziani alla prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie, degli
handicaps, del disadattamento.
Il servizio sanitario nazionale - e la
ricerca fornisce prove inoppugnabili - opera spesso per
cronicizzare l'anziano allo scopo di ridurre
il carico di lavoro, la spesa sanitaria, le giornate di degenza. In
questi casi gli anziani non sono curati, la
riabilitazione non viene praticata. Dopo pochi
giorni l'ospedale o il medico curante emettono la dichiarazione di
cronicità.
Poi trascorrono in media tre mesi prima
che il vecchio venga ricoverato in un
istituto come il Carlo Alberto.
È un lungo periodo in cui, in genere,
l'anziano è abbandonato a se stesso.
Arrivati in istituto, il 7,2 per cento
muore nei primi 10 giorni; entro i due mesi dall'ingresso i decessi
arrivano al 23%.
Nella ricerca vi sono altri dati
sconvolgenti. Il 38% dei soggetti sopravvissuti migliora le sue
condizioni fisiche e psichiche; nel 25% dei casi l'istituto ha ritenuto
opportuno iniziare un programma di rieducazione motoria. Di questo
gruppo il 20% ha avuto un netto
miglioramento (da blocco a letto a deambulazíone
assistita) e quasi il 35% sono stati giudicati autosufficienti al
termine del ciclo riabilitativo.
Dunque, nonostante il periodo di non
cura subito negli ospedali o a domicilio, i tre mesi
di assistenza nell'attesa del ricovero, un
numero rilevante di anziani, definiti cronici non autosufficienti,
riacquista autonomia in un istituto di assistenza.
Si arriva pertanto a questa assurda,
incivile e disumana situazione: il servizio sanitario nazionale rende
non autosufficienti un numero non indifferente di
anziani, essi migliorano le loro condizioni di salute a seguito
del ricovero in una struttura assistenziale.
Siamo arrivati all'eutanasia da
abbandono, praticata massicciamente.
Come risolvere questo problema?
Crediamo che la soluzione consista
nell'impedire in modo fermo che il servizio sanitario possa liberarsi
dei pazienti con la semplice, antiscientifica ed incontrollabile
dichiarazione di cronicità.
Siamo convinti che solo se il servizio
sanitario sarà obbligato a provvedere direttamente ai cronici, si
creeranno le condizioni per 1'incentivazione
reale della cura e della riabilitazione dei vecchi.
Nei casi in cui il cronico non
autosufficiente non sia assistito dalla sua
famiglia o da terzi (l'ospedalizzazione a domicilio dovrebbe essere
favorita anche sul piano economico), gli attuali reparti ospedalieri
dovrebbero essere organizzati in modo da avere alcune camere
disponibili per l'assistenza dei cronici.
In sintesi, il principio dovrebbe
essere «Ogni reparto si tiene i suoi cronici», come negli anni scorsi
era stato coniato lo slogan «Ogni classe si tiene i suoi handicappati»
(1). |
Approfondimenti
GLI ANZIANI CRONICI NON
AUTOSUFFICIENTI: EUTANASIA DA ABBANDONO - UNA RICERCA IN UNA CASA DI
RIPOSO
Prospettive assistenziali, n. 59,
luglio -
settembre 1982 |