per il riconoscimento del diritto
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Segreteria:
c/o Fondazione promozione sociale Via Artisti 36 - 10124 Torino Tel. 011-8124469 Fax 011-8122595 info@fondazionepromozionesociale.it
Appunti per la raccolta delle firme e delle adesioni
Utilizzo esclusivo dei moduli originali
Per le firme devono essere utilizzati esclusivamente moduli interi
formato A3 (4 pagine) e non fogli separati.
Attività informativa
È estremamente importante che la raccolta delle firme venga
soprattutto effettuata in modo da fornire le necessarie informazioni
sulle esigenze e sui vigenti diritti delle persone non
autosufficienti.
Raccolta firme
La Petizione può essere sottoscritta da qualsiasi cittadino elettore.
È necessario scrivere in stampatello i dati relativi al cognome, al
nome e all’indirizzo. Le firme devono essere leggibili. Non occorre
alcuna autenticazione delle firme.
Adesioni
È assai importante ottenere l’adesione di personalità e di enti
pubblici (Comuni, Consorzi di Comuni, Comunità montane, Province,
ecc.) e privati, nonché di associazioni di volontariato, di tutela dei
soggetti deboli o di altri aderenti, di studio e ricerca, di
formazione e di qualsiasi altra organizzazione sociale.
Termine della Petizione
Data la necessità di fornire informazioni alle persone in gravi
difficoltà e di mantenere viva l’attenzione verso l’adeguatezza dei
finanziamenti statali occorrenti per la corretta attuazione dei Lea,
la scadenza è stabilita per il
31 dicembre 2015.
Informazioni La segreteria è affidata alla Fondazione promozione sociale onlus, Via Artisti 36 - 10124 Torino, tel. 011-8124469, fax 011-8122595, e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it che provvede all’invio gratuito dei fascicoli per la raccolta delle firme. Le adesioni ed i fascicoli (compresi quelli senza tutte le firme) devono essere trasmessi alla segreteria della Fondazione promozione sociale onlus che provvederà a consegnarli al Parlamento e ai Ministri della sanità e delle politiche sociali mano a mano che perverranno. |
NOTIZIE n. 56 - Pdl sul "Dopo di noi" Confidando in Vostre urgenti e forti
iniziative, uniamo il testo della e-mail inviata dal Csa (Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base) l’11 febbraio scorso, al
Presidente e ai Vicepresidenti del Senato, al Presidente del Consiglio
dei Ministri, ai Ministri della salute e del lavoro, nonché al
Presidente e ai Componenti della Commissione sanità del Senato, avente
per oggetto: “TRUFFALDINO IL TESTO APPROVATO DALLA CAMERA DEI DEPUTATI
IN MERITO AL “DOPO DI NOI”. OCCORRE CHE IL SENATO COMPIA UN RIGOROSO E
PROFONDO RIESAME DEL TESTO (DISEGNO DI LEGGE N. 2232/S) ASSUMENDO COME
RIFERIMENTO NON SOLO LE ESIGENZE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE E
LIMITATA O NULLA AUTONOMIA, MA ANCHE LE LEGGI VIGENTI”. NOTIZIE n.
55 - Appello al Papa
per la tutela dei diritti e delle prestazioni sanitarie degli anziani
malati cronici non autosufficienti Uniamo di seguito la nota inviata il 5 febbraio 2016 al Santo Padre Papa Francesco, al Segretario di Stato Vaticano, ai Vescovi delle Diocesi italiane della Chiesa cattolica, ai Presidenti delle Caritas nazionale e diocesane italiane, al Presidente e Pontificia Commissione per le Attività del Settore sanitario delle persone giuridiche pubbliche della Chiesa nonché a tutte le organizzazioni e le persone sottoscrittori dell’Appello al Papa
Sul numero 192 (ottobre-dicembre 2015) della rivista “Prospettive
assistenziali”, voce del volontariato dei diritti, pubblicata
ininterrottamente dal 1968, sono riportati gli allegati articoli
“Appello a Papa Francesco per la tutela dei diritti e delle prestazioni
sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti”, “Non è
carità promuovere la conoscenza e la difesa dei diritti socio-sanitari?”
del prof. Claudio Ciancio e “Credere e non informare? Mancano da parte
delle organizzazioni cattoliche iniziative d’informazione sui diritti
esigibili degli anziani malati cronici non autosufficienti e sulla
difesa delle loro indifferibili esigenze terapeutiche” del direttore di
“Prospettive assistenziali”, Andrea Ciattaglia e del rappresentate del
Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base,
Francesco Santanera.
L’appello al Papa, sottoscritto da trenta associazioni, e gli altri
contributi mettono in luce i vigenti diritti alle prestazioni sanitarie
e socio-sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti e
delle persone colpite da demenza senile, alle quali molto spesso sono
negate le cure cui hanno diritto in base alle leggi.
Molto spesso purtroppo i casi seguiti dalle associazioni di volontariato
dimostrano che anche le organizzazioni cattoliche non informano i
familiari e congiunti delle persone gravemente malate e non
autosufficienti delle prestazioni cui hanno diritto (cure
socio-sanitarie domiciliari, prestazioni semi residenziali nei centri
diurni, ricoveri nelle Rsa – Residenze sanitarie assistenziali),
rendendosi protagoniste di atti di omissione che determinano pesanti
conseguenze (economiche e di qualità della vita) sui malati e sui loro
famigliari.
Basterebbe il cambio di rotta delle sole strutture facenti capo alle
direzioni diocesane delle Caritas delle Diocesi italiane per determinare
un fondamentale cambiamento a favore dei diritti e delle prestazioni
esigibili delle persone non autosufficienti. Per combattere l’incultura
dello “scarto” denunciata più volte da Papa Francesco, occorre che sia
affermata la cultura dei diritti e, nel caso dei malati non
autosufficienti, della tutela della loro salute stabilita dall’articolo
32 della Costituzione, affermazione che in primo luogo si concretizza
con la segnalazione delle leggi vigenti durata (legge 833/1978 e decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001
istitutivo dei Lea, Livelli essenziali delle attività socio-sanitarie,
le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002).
Restando in attesa di vostre iniziative al riguardo, delle quali vi
chiediamo gentilmente di essere informati, in modo anche da poterle
comunicare alle associazioni aderenti all’appello, porgiamo cordiali
saluti.
NOTIZIE n.
54 - Cure domiciliari: sollecitazione al Parlamento e al Governo Come sapete la raccolta di
firme e adesioni alla Petizione popolare nazionale per il riconoscimento
del prioritario diritto esigibile alla cure socio-sanitarie domiciliari
è terminata, con il Vostro prezioso sostegno del quale Vi ringraziamo
sentitamente, il 31 dicembre 2015.
NOTIZIE n. 53 - Segnalazione inizitive - 4 marzo 2016 - Convegno a Torino "Persone con disabilità intelletiva e/o autismo con limitata o nulla autonomia. Il durante e dopo di noi è già un diritto esigibile" - 12 marzo 2016 - Incontro a Ciriè "Persone non autosufficienti. Le informazioni utili per i volontari e le famiglie" NOTIZIE n. 52 - Abbonamento a Prospettive assistenziali Gent.mo, Prospettive assistenziali è la rivista che si
occupa della promozione e la tutela dei diritti delle persone incapaci
di difendersi da sé: persone con disabilità intellettiva grave o
autismo, anziani malati cronici non autosufficienti e persone con
malattia di Alzheimer o altre forme di demenza senile.
NOTIZIE n. 51 - Sentenza CdS 5538/2015
NOTIZIE n. 50 – INVIATECI LE FIRME RACCOLTE Gent.mi, confermiamo che la raccolta delle
adesioni e delle sottoscrizioni riguardanti la Petizione popolare
nazionale per il riconoscimento del diritto prioritario delle persone
non autosufficienti alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari
terminerà il 31 dicembre p.v. Grazie ancora e cordiali saluti.
NOTIZIE n. 49 – Abbonamento 2016 a Prospettive assistenziali La rivista Prospettive assistenziali, voce indipendente ed autorevole per la promozione e la tutela dei diritti delle persone incapaci di difendersi da sé, continua ad affrontare tutte le importanti questioni dei minori privi dell’indispensabile sostegno familiare, delle persone colpite da patologie e/o da disabilità invalidanti e da non autosufficienza (anziani malati cronici, persone con il morbo di Alzheimer o altre forme di demenza senile, soggetti con disabilitò intellettiva o con autismo e limitata o nulla autonomia, ecc.). I nostri interventi hanno ottenuto notevoli ed importanti successi di promozione e tutela dei diritti esigibili delle persone non autosufficienti (oltre un milione di nostri concittadini, condizione che potrebbe capitare ad ognuno di noi) e hanno continuato a fornire alle persone e organizzazioni interessate le informazioni occorrenti per l’attuazione delle norme poste a tutela dei soggetti deboli. L’ABBONAMENTO Gli abbonamenti a Prospettive assistenziali
possono essere effettuati versando la relativa quota: NOTIZIE n.
48 – NUOVI LEA, LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI SOCIO-SANITARIE –
Osservazioni NOTIZIE n. 47 – Lettera/Appello a Papa Francesco Uniamo qui la lettera/appello che manderemo a Papa Francesco per richiedere un suo autorevole intervento per la promozione e la tutela dei diritti delle persone non autosufficienti che non sono in grado di difendere da sé i propri diritti (persone con disabilità intellettiva grave e/o autismo e limitata o nulla autonomia, anziani malati cronici, persone colpite da demenza senile). La lettera può essere sottoscritta da Associazioni ed Organizzazioni inviando una mail di conferma a: info@fondazionepromozionesociale.it entro e non oltre il 20 settembre 2015. NOTIZIE n. 46 –
TESTO DI LEGGE SULL’AUTISMO APPROVATO IN VIA DEFINITIVA DAL SENATO:
GLI ASPETTI NEGATIVI E LESIVI DEI DIRITTI VIGENTI DEL TESTO DI LEGGE,
QUALI STRUMENTI PER CONTRASTARLO E ANDARE OLTRE LE “FREGATURE” DEL
PROVVEDIMENTO A tutte le
organizzazioni, associazioni, persone impegnate nel sostegno e nella
raccolta di firme ed adesioni della “Petizione popolare nazionale per il
riconoscimento delle prestazioni socio-sanitarie domiciliari previste
dai Lea” uniamo la seguente
nota sul negativo testo di legge sull’autismo approvato dal Senato e
inviato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Invitiamo
tutte le organizzazioni ed associazioni a mobilitarsi affinché tale
testo non venga firmato dal Presidente della Repubblica, il quale
potrebbe opportunamente segnalare alle Camere i sottoelencati elementi
negativi della legge, che subordinerebbe i Livelli essenziali delle
prestazioni alle risorse economiche stanziate dalle istituzioni.
NOTIZIE n. 45 –
RICORSO AL TAR DEL PIEMONTE CONTRO LA DELIBERA DELLA GIUNTA DELLA
REGIONE PIEMONTE N. 18/2015
NOTIZIE n. 44 – Due importanti ordini del
giorno
Due importanti ordini del giorno sono stati
approvati la scorsa settimana dal Comune di Torino e dal Consiglio
dell'Ordine dei Medici di Torino e Provincia su questioni di rilievo
nazionale (cure socio-sanitarie domiciliari, diritto alle prestazioni a
casa, semi-residenziali e residenziali per le persone non
autosufficienti). Diamo conto degli
importanti contenuti dei documenti nelle due brevi note successive,
allegando i relativi testi integrali. A tutte le associazioni ed
organizzazioni interessate, in particolar modo ai promotori ed aderenti
alla "Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del diritto
alle cure socio-sanitarie domiciliari", rivolgiamo l'appello a:
1. IL COMUNE DI TORINO "ADERISCE ALLA
PETIZIONE NAZIONALE SUL DIRITTO ESIGIBILE ALLE CURE SOCIO-SANITARIE
DOMICILIARI" Lunedì 6 luglio 2015 il Consiglio Comunale di
Torino ha approvato l'ordine del giorno di adesione alla Petizione sul
riconoscimento del prioritario diritto alle cure socio-sanitarie
domiciliari per le persone non autosufficienti (anziani malati cronici
non autosufficienti, persone colpite da demenza senile, persone con
autismo o disabilità grave e limitata o nulla autonomia). Nell'ordine
del giorno (firmato dalle Consigliere Onofri, Centillo e Genisio) è
stato accolto un emendamento (presentato dal Consigliere Marrone) che
invita la Giunta regionale del Piemonte a ritirare il ricorso al
Consiglio di Stato contro la positiva sentenza 156/2015 del Tar del
Piemonte sul pieno riconoscimento del diritto alle cure socio-sanitarie
domiciliari. Le cure a casa per le persone non
autosufficienti comprendono l'“assegno di cura”, oggetto negli ultimi
anni di ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato: da un lato le
associazioni degli utenti, i Comuni e gli Enti gestori delle funzioni
socio assistenziali, una ventina in tutto, che sostengono la piena
titolarità della sanità su queste prestazioni, dall’altro la Giunta
regionale (sia quella già guidata da Roberto Cota, sia quella attuale di
Sergio Chiamparino) che non intende riconoscere come diritti sanitari
gli interventi prestati da assistenti familiari, badanti e parenti dei
malati, anche se si tratta di interventi salvavita per persone
dipendenti in tutto e per tutto da terzi. Il Tar ha dato piena ragione
ai primi annullando le delibere della Giunta, ma la Regione ha
presentato ricorso al Consiglio di Stato, che si è pronunciato il 4
giugno scorso, non concedendo la sospensiva richiesta dalla Regione
(perciò lasciando valide ed immediatamente applicabili le decisioni del
Tribunale amministrativo piemontese, in attesa della prossima udienza a
metá ottobre). In link il
testo dell'ordine del giorno approvato nonchè l’elenco
completo delle adesioni alla Petizione.
2.
L'ORDINE DEI MEDICI, CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI
TORINO ALLA REGIONE PIEMONTE: FARE DI PIÙ PER GLI ANZIANI NON
AUTOSUFFICIENTI E PER I MEDICI CHE LI ASSISTONO Il Consiglio dell'Ordine dei Medici della
provincia di Torino ha approvato un significativo documento che prende
posizione contro la delibera 18/2015 della Regione Piemonte (vedi
testo),
lesiva dei diritti degli anziani malati cronici non autosufficienti. Il testo del documento dell'Ordine dei medici è
disponibile anche a questo
link. NOTIZIE n. 43 del 1° luglio 2015
ISEE: RICORSO IN APPELLO
NOTIZIE n. 42 del 15 maggio 2015
APPELLO PER IL RICORSO CONTRO LA DELIBERA N.
18/2015 DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE
La delibera si fonda sui seguenti inaccettabili principi:
-
omissione totale di ogni riferimento alla legge regionale 10 del 2010
che già oggi norma “Servizi domiciliari
per persone non autosufficienti” in Piemonte, nel rispetto delle
norme nazionali in materia e all’articolo 54 della legge 289/2002,
istituzione dei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e
socio-sanitarie;
-
riferimento alla sentenza n. 604/2015 del Consiglio di Stato che non
ha considerato le persone anziane malate croniche non autosufficienti
come malati gravissimi, necessitanti, per la loro immediata
sopravvivenza di interventi di tipo sanitario e socio-sanitario senza i
quali sono destinati a morire in breve tempo. La sentenza non nega
comunque che le esigenze di prestazioni indifferibili (cioè l’esigenza
che hanno tutti, nessuno escluso, gli anziani malati cronici non
autosufficienti e le persone con demenza senile) debbano essere
soddisfatte con la presa in carico da parte del Servizio sanitario
nazionale, prescrizione totalmente ignorata dalla Giunta regionale nella
delibera 18/2015;
-
istituzione delle liste di attesa come un fenomeno positivo, confondendo
le liste di attesa per le prestazioni diagnostiche con quelle di presa
in carico di persone malate e/o disabili non autosufficienti in costante
e immediato pericolo di vita dovuto alla loro situazione. Oggi tali
persone sono 32mila in tutto il Piemonte per i ricoveri in Rsa e le
prestazioni domiciliari, lasciate senza cure dal Servizio
sanitario nazionale;
-
definizione del ruolo delle Unità valutative geriatriche non solo come
organismi di valutazione della situazione sanitaria della persona e
conseguenti indicazioni per la predisposizione del Pai, Piano di
assistenza individualizzata, ma organismo che illegittimamente decide
dell’accesso delle persone non autosufficienti alle cure, in contrasto
con la legge 833/1978 in base alla quale il diritto all’accesso alle
cure del Servizio sanitario nazionale è determinato esclusivamente dallo
stato di malattia della persona.
In base a questi principi e allo stanziamento previsto dalla delibera
sul Fondo sanitario regionale (280 milioni di euro per il 2015) gli
utenti presi in carico, secondo i dati forniti nello stesso
provvedimento, saranno 17.764, solo 951 in più rispetto all’anno scorso,
una cifra assolutamente irrilevante a fronte degli oltre 32mila in
lista di attesa.
In questo contesto allarmano le parole del Direttore generale della
sanità piemontese, Fulvio Moirano, che durante il
Giornale radio Gr1 delle ore 8,00 del 23 aprile 2015 ha risposto a
precisa domanda sull’erogazione delle cure domiciliari dopo le sentenze
del Tar del Piemonte che le riconoscevano come diritti esigibili: «E
io a questa domanda non le rispondo. Non è la sentenza definitiva. Io
credo che si possa, che si debba, aumentare l’offerta sulla
residenzialità o in alternativa con gli assegni di cura. Se però le
persone che hanno bisogno sono il triplo dei soldi, evidentemente c’è
qualche problema».
Il problema gravissimo della Regione Piemonte, mai finora tradotto in
provvedimenti concreti da parte della Giunta della Regione Piemonte, è
la mancata attuazione degli impegni contenuti negli ordini del Giorno
approvati all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte n.
1090/2013 e 142/2014 che impegnavano la Giunta a presentare al
Parlamento ed al Governo il reale fabbisogno di prestazioni dei
malati/disabili non autosufficienti residenti in Piemonte, richiedendo
agli stessi Parlamento e Governo le risorse per fornire loro le cure
sanitarie e socio-sanitarie come prevede la legge.
Facciamo appello attraverso questa nota a tutte le organizzazioni,
associazioni, enti locali affinché presentino ricorso entro, il termine
per la presentazione il 19 giugno 2015, (insieme alle associazioni del
Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base o per
via autonoma) contro la nuova pessima delibera della Giunta regionale
del Piemonte.
Si
tratta di un’esigenza necessaria per fermare un provvedimento, già
attuativo in quanto deliberato, che lede il diritto delle persone non
autosufficienti alle cure sanitarie e socio sanitarie, sposando una
logica eugenetica [Utilizziamo
il termine eugenetica riferendoci alla definizione contenuta nella
Enciclopedia Treccani: «Sotto
il profilo etico, l’e. moderna presuppone un’eliminazione sistematica,
programmata di esseri umani, nella maggior parte dei casi motivata da
ragioni e pressioni di origine economica»]
che nega le cure salvavita a persone malatissime o con disabilità grave
e non autosufficienza con pretesti infondati di scarsità di risorse
economiche
(in merito alleghiamo la nota “I
soldi ci sono. Rassegna degli sprechi e proposte operative per il
recupero di rilevanti risorse economiche” nella quale sono elencati
provvedimenti sia regionali che nazionali che immediatamente
assicurerebbero minori uscite e maggiori entrate per le casse degli Enti
pubblici).
NOTIZIE n. 41 del 17 aprile 2015 É uscito PROSPETTIVE
ASSISTENZIALI n. 189 NOTIZIE n. 40 del 10 aprile 2015
1)
L'inganno del dopo di
noi. La bozza di testo unico sul cosiddetto "dopo di noi" all'esame
della Commissione affari sociali della Camera dei Deputati omette le
leggi in vigore che garantiscono le cure socio-sanitarie alle persone
con disabilità grave e apre alle clientele. Per questo abbiamo scritto
il messaggio che riportiamo qui integralmente, anche al Presidente
dell'Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Occorre che
Voi tutti diate diffusione all'appello e interveniate in tutte le sedi
possibili per chiedere il ritiro dei negativi provvedimenti sul
cosiddetto "dopo di noi" e il rispetto dei Livelli essenziali di
assistenza.
Testo
della lettera sul “Dopo di noi”
2)
Disegno di legge sull'autismo:
nessun riferimento ai Lea vigenti.
Come viene indicato nelle comunicazioni inviate dal Csa anche al
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e riportata qui di
seguito, per le Istituzioni sarà sufficiente ridurre i finanziamenti per
avere il pretesto di non intervenire o di provvedere in misura
insufficiente rispetto alle esigenze.
Testo
della lettera sull’autismo
Lettera
al Presidente Mattarella
3)
Superare le pessime delibere
sulle prestazioni socio-sanitarie in Piemonte.
Uniamo nota dell'Anci del 18 marzo 2015 indirizzata agli Assessori alla
sanità e all'assistenza nella quale viene ribadita la necessità di «confermare
l’offerta di prestazioni domiciliari socio-sanitarie, secondo
l’innovativo modello piemontese, a fianco di quelle semiresidenziali e
residenziali, concependole in un unico sistema che sia effettivamente in
grado di utilizzare di volta in volta la risorsa più appropriata, come
prevedono non solo le recenti sentenze del Tar Piemonte in materia di
domiciliarità, che questa Regione non vorrà impugnare, ma anche le
sentenze definitive del Consiglio di Stato in materia di residenzialità
dal momento che “ l’inserimento in strutture residenziali di soggetti
non autosufficienti in grado di essere efficacemente assistiti in
strutture semiresidenziali o a domicilio risulterebbe una misura del
tutto inappropriata, oltre che eccessivamente costosa”».
NOTIZIE n. 39 del 16 marzo 2015 A)
Le Acli (Associazioni cristiane
dei lavoratori italiani) della Regione Piemonte hanno approvato un
importante
ordine del giorno nella riunione del 28 febbraio 2015 contro
l’ipotesi di ricorso della Regione Piemonte al Consiglio di Stato sulla
sentenza 156/2015 che ha confermato come diritti esigibili (e quindi di
competenza della sanità che ne deve coprire il 50% del costo) le
prestazioni socio-sanitarie domiciliari Lea di «aiuto infermieristico
e assistenza tutelare alla persona» per anziani malati cronici e/o
disabili non autosufficienti, anche se queste prestazioni sono svolte da
familiari, badanti o assistenti familiari.
NOTIZIE n. 38 del 18 febbraio 2015 NOTIZIE n. 37 del 4 febbraio 2015
ABBONAMENTO A PROSPETTIVE ASSISTENZIALI NOTIZIE n. 36 del 4 febbraio 2015
CURE DOMICILIARI: IL
TAR DEL PIEMONTE DÀ RAGIONE
ALLE
ASSOCIAZIONI DEL CSA E ANNULLA LE NEGATIVE DELIBERE
DELLA GIUNTA
REGIONALE N. 25 E 26/2013 E 5/2014 Diritto alle cure
socio-sanitarie domiciliari per le persone malate e/o colpite da
disabilità invalidante e non autosufficienza, ottime notizie arrivano
dal Tar del Piemonte. Con la sentenza 156/2015, depositata il 29 gennaio
2015, il Tribunale amministrativo del Piemonte ha accolto il ricorso
delle associazioni Aps (Associazione promozione sociale), Ulces (Unione
per la lotta contro l’emarginazione sociale) e Utim (Unione per la
tutela dei disabili intellettivi), aderenti al Csa – Coordinamento
sanità e assistenza tra i movimenti di base, dell’Angsa Torino
(Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e del Gva Acqui
(Gruppo volontariato assistenza handicappati ed emarginati) contro le
delibere della Giunta regionale del Piemonte n. 25 e 26/2013 e 5/2014,
provvedimenti che sono stati annullati dalla sentenza nelle parti
sostanziali. La sentenza 156/2015
affronta anche il tema della salvaguardia dei diritti esigibili, in
contrasto con Già con l’ordine del giorno
1090 approvato all’unanimità dal Consiglio regionale della Regione
Piemonte il 24 settembre 2013 e richiamato costantemente dai ricorrenti
nei loro appelli alla Regione affinché ritirasse le delibere oggi
annullate, s’impegnava la
Giunta regionale
a chiedere al Governo uno stanziamento aggiuntivo a favore del
Fondo sanitario nazionale per
le prestazioni
da fornire
alle persone
non autosufficienti
e per
l'abbattimento delle
liste d'attesa, e uno
stanziamento annuale continuativo per il Fondo delle non
autosufficienze, da
destinare esclusivamente
ai Comuni
per la
loro funzione
integrativa. Tali
richieste – ci risulta
– non
sono mai
state portate
al Governo. Oggi, sulla scorta della
sentenza n. 156/2015 e dell’ordine del giorno approvato anch’esso
all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte n. 142 del 18
dicembre 2014 che chiedeva il superamento delle delibere annullate (come
di quelle sulle prestazioni socio-sanitarie residenziali, ancora in
giudizio al Consiglio di Stato), occorre con la massima urgenza che la
Regione chieda le necessarie risorse al Governo e applichi, per le
prestazioni socio-sanitarie domiciliari, la legge regionale 10/2010.
NOTIZIE n. 35 del
15 dicembre 2014
1)
Il 30 novembre 2014 è stato
approvato alla Camera dei Deputati l’allegato
ordine del giorno 9/02679-bis-A/088
a firma dell’On. Galgano che, premesse tutte le osservazioni negative
relative alle disposizioni discriminanti e anti-costituzionali del Patto
per la salute 2014-2016 impegna il Governo a «valutare
l’opportunità, tenendo conto della Risoluzione n. 8-00191 (approvata
all’unanimità dalla Commissione affari sociali della Camera dei Deputati
l’11 giugno 2012), di adottare in breve termine le iniziative necessarie
per assicurare la corretta attuazione e la concreta esigibilità delle
prestazioni sanitarie e socio-sanitarie previste dai Livelli essenziali
di assistenza (Lea) alle persone con morbo di Alzheimer o da altre forme
neurodegenerative e di demenza senile e ai pazienti psichiatrici,
assicurando loro l’erogazione delle prestazioni domiciliari,
semiresidenziali e residenziali». Vi chiederemmo
di diffondere tale documento e di rilanciare le iniziative contro i
pessimi provvedimenti contenuti nel Patto per la salute 2014-2016. Segnaliamo alla Vostra attenzione che nelle 400 mila copie del n. 12, 2014 del mensile a diffusione nazionale 50&Più è stato pubblicato l’inserto di cui all’oggetto. Si tratta di un’iniziativa estremamente importante per quanto riguarda l’informazione sul diritto esigibile alle prestazioni socio-sanitarie delle persone non autosufficienti. Confidiamo vivamente nella vostra collaborazione per l’ulteriore massima diffusione possibile dell’inserto, il cui testo è reperibile sul sito www.fondazionepromozionesociale.it, in modo che le persone malate e non autosufficienti ricevano le prestazioni socio-sanitarie di cui hanno indifferibile esigenza e il pieno diritto e nello stesso tempo i loro famigliari non siano costretti a sostenere spese per le loro cure, spesso di importo molto rilevante.
Alleghiamo anche il
volantino informativo dell’Utim, Unione per la
tutela delle persone con disabilità intellettiva, le cui indicazioni
sono estremamente importanti anche per le persone con autismo.
NOTIZIE n. 34 del
3 dicembre 2014 Inviamo
di seguito aggiornamenti sui ricorsi e testo dell'articolo in uscita su
Prospettive assistenziali.
1. Aggiornamenti sui ricorsi:
2.
E' qui scaricabile l’articolo, in uscita sul numero 188/2014 della
rivista Prospettive assistenziali “Ingannevoli dirottamenti dei
finanziamenti statali destinati alle persone non autosufficienti e
strumentale definizione delle disabilità gravissime”. Sarebbe importante
che Voi verifichiaste sui Vostri territori se avviene il medesimo
dirottamento di risorse, in modo da prendere posizione contro di esso.
Restando in attesa dei vostri riscontri, vi salutiamo cordialmente. p. Il Comitato promotore, La Segreteria
NOTIZIE n. 33 del
14
novembre 2014
1) FONDI SANITARI OBBLIGATORI E COMPLEMENTARI AL
FONDO PER LE NON AUTOSUFFICIENZE
L’11
novembre 2014 è stata inviata la comunicazione qui di seguito riportata
ai Ministri e Sottosegretari della salute, delle politiche sociali e
dell’economia e delle finanze, al presidente della Conferenza Stato
Regioni, al Presidente dell'Anci, alle Segreterie nazionali dei
Sindacati pensionati e alle associazioni Fish, Fand, Aisla, Comitato 16
novembre.
Oggetto: FONDI SANITARI OBBLIGATORI E COMPLEMENTARI AL FONDO PER LE
NON AUTOSUFFICIENZE: ECCO LE RISORSE (ALMENO 1,2 MILIARDI DI EURO) DA
DESTINARE PER IL 2015 IN BASE ALLE LEGGI VIGENTI ALLE PERSONE MALATE E/O
CON DISABILITÀ GRAVI E NON AUTOSUFFICIENZA E CHE OCCORRE PRETENDERE
DALLE ISTITUZIONI
Lo scrivente Csa - Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di
base invia questo messaggio come appello per le urgenti iniziative volte
ad ottenere che, com’è previsto dalle leggi vigenti, alle persone
colpite da patologie e/o da disabilità invalidanti e da non
autosufficienza vengano erogati non solo i finanziamenti del Fondo per
le non autosufficienze ma anche quelli, molto più consistenti, del Fondo
sanitario nazionale.
I Livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001, le cui norme
sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002) stabiliscono
che sono obbligatoriamente a carico del Fondo sanitario nazionale oltre
agli oneri relativi alle prestazioni mediche, infermieristiche e
riabilitative a domicilio, semiresidenziali e residenziali, anche i
seguenti oneri:
50% del costo dell’assistenza programmata a domicilio per quanto
concerne le «prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza
tutelare alla persona»;
70% delle «prestazioni diagnostiche, terapeutiche e
socio-riabilitative in regime semiresidenziale per disabili gravi» e
cioè per la frequenza di centri diurni;
70% delle «prestazioni diagnostiche, terapeutiche, riabilitative e
socio-riabilitative in regime residenziale» per disabili gravi. Se
si tratta di «disabili privi di sostegno familiare» l’onere a
carico del Servizio sanitario nazionale è del 40%;
50% delle «prestazioni terapeutiche, di recupero e di mantenimento
funzionale delle abilità per gli anziani non autosufficienti in regime
semiresidenziale, ivi compresi interventi di sollievo», nonché nei
casi di «regime residenziale, ivi compresi interventi di sollievo»;
40% delle «prestazioni terapeutiche e
socio-riabilitative in strutture a bassa intensità residenziale» per
le persone con problemi psichiatrici. Per le «prestazioni
diagnostiche, terapeutiche, riabilitative e socio-riabilitative in
regime residenziale» delle persone con problemi psichiatrici, la
Sanità interviene nella misura del 100% dei costi. Contributi a carico degli utenti
Per la parte non coperta dal Fondo sanitario nazionale gli utenti devono
contribuire alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari,
semiresidenziali e residenziali sulla base delle loro personali risorse
economiche (redditi e beni) dedotti gli eventuali oneri relativi agli
obblighi di legge (ad esempio per il mantenimento del coniuge o di altre
persone a carico) e le franchigie previste dai decreti legislativi
109/1998 e 130/2000; in base alle norme vigenti i parenti degli utenti
maggiorenni non sono tenuti a versare alcuna somma. Oneri a carico dei Comuni
Per la parte non coperta dal Servizio sanitario nazionale e dagli
utenti, devono intervenire i Comuni ai quali sono assegnati in via
esclusiva (legge 296/2006, articolo 1, commi 1264 e 1265) le risorse del
Fondo nazionale per le non autosufficienze. Illegittimi dirottamenti dei finanziamenti statali
Ci sono Regioni (a titolo d’esempio Lazio, Lombardia, Umbria e parte del
Piemonte) che erogano alle persone non autosufficienti esclusivamente le
risorse del Fondo per le non autosufficienze. Occorre, invece, tenere
presente che quantificando il costo giornaliero delle prestazioni socio
sanitarie domiciliari di «aiuto infermieristico e assistenza tutelare
alla persona» in euro 60,00 (importo che è molto approssimativo) le
Asl devono versare 30 euro. Dei rimanenti 30 se, in base ai propri
redditi, l’utente deve contribuire nella misura di 20 euro, i Comuni
devono intervenire con i restanti 10. Analoga è la ripartizione dei
costi per le prestazioni residenziali.
Quindi, secondo questo calcolo approssimativo, ma esatto nella
ripartizione delle competenze (Asl, utente, Comune), così com’è
stabilito dalle leggi in vigore, il Fondo sanitario nazionale deve
erogare finanziamenti per un importo tre volte più consistente delle
somme erogate dai Comuni.
Ne consegue che se i Comuni devono erogare i 400 milioni ad essi
assegnati dal Fondo per le non autosufficienze per l’anno 2015, le Asl
devono contribuire per una somma tre volte superiore e quindi per
l’importo di 1 miliardo e 200 milioni di euro per una cifra complessiva
di 1 miliardo e 600 milioni di euro. In ogni caso le Asl e i Comuni non
possono in nessuna occasione negare le prestazioni con il pretesto della
carenza dei finanziamenti occorrenti.
2) APPELLO A
RENZI E AI PARLAMENTARI CONTRO LE NUOVE TENDENZE EUGENETICHE VERSO LE
VITTIME DELLA “CULTURA DELLO SCARTO”
Il Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base)
ha inviato il 3 novembre 2014 al Presidente del Consiglio dei Ministri e
ai Parlamentari piemontesi la lettera di seguito riportata. Si tratta di
questioni estremamente importanti, che riguardano attualmente la
condizione di oltre un milione di nostri concittadini, ma in realtà
tutti noi per la possibilità che tutti abbiamo di diventare, per
esempio, malati cronici non autosufficienti. Anche per un'iniziativa di
autotutela, quindi, c'è la necessità di rilanciare questa lettera al
Presidente del Consiglio e ai Parlamentari delle vostre Regioni per
sollecitarli a prendere provvedimenti urgenti a garanzia del diritto
alle prestazioni previste dalla legge per le persone colpite da malattie
e/o handicap invalidante grave e non autosufficienza.
Per contrastare le pratiche di selezione sociale realizzate attraverso
la sistematica negazione dei diritti per le persone colpite da malattia
e/o handicap e non autosufficienza, chiediamo l’attivazione di
interventi urgentissimi per:
1) assicurare con la massima celerità
possibile le indispensabili prestazioni socio-sanitarie, diagnostiche e
terapeutiche, domiciliari e residenziali garantite dalle leggi vigenti
agli anziani malati cronici non autosufficienti, alle persone colpite
dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e agli infermi
con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata o nulla autonomia, oltre
1 milione di nostri concittadini;
2) fornire alle persone con handicap
intellettivo o con autismo grave gli interventi domiciliari,
semiresidenziali e residenziali stabiliti dalle leggi vigenti;
3) erogare alle persone con gravi invalidità,
e pertanto impossibilitati a svolgere qualsiasi attività lavorativa,
pensioni adeguate alle loro esigenze vitali. L'importo mensile attuale
(da fame) è di euro 279,19;
4) garantire alle persone con invalidità
gravissima, necessitanti dell'aiuto permanente (24 ore su 24) di una
persona, una indennità che compensi le maggiori spese a loro carico
rispetto ai cittadini privi di minorazioni. Attualmente l'importo
mensile dell'indennità di accompagnamento è di euro 504,07, meno
di 17 euro al giorno.
Questo Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base),
che funziona ininterrottamente dal 1970 per il riconoscimento giuridico
delle esigenze fondamentali di vita delle persone non autosufficienti
(anziani malati cronici, soggetti colpiti dal morbo di Alzheimer o da
altre forme di demenza senile o da rilevanti disturbi psichiatrici o da
disabilità o da autismo grave (oltre 1 milione di nostri concittadini)
segnala alla Sua attenzione la quotidiana violazione del loro diritto
alle prestazioni domiciliari, semiresidenziali (ove necessario) e
residenziali dirette alla diagnosi delle loro condizioni di salute, alla
definizione degli interventi terapeutici, in primo luogo quelli volti
alla massima riduzione possibile della sofferenza, alla prevenzione
degli aggravamenti e all'assunzione di tutte le occorrenti iniziative
per garantire la miglior possibile qualità della vita a queste persone
che sono colpite da gravi patologie e che, anche se inguaribili, devono
essere curate senza eccessi terapeutici ma nemmeno – come spesso avviene
attualmente – essere abbandonati a loro stessi e i loro congiunti. Nonostante si tratti di malati veri, quasi
sempre impossibilitati ad esprimere le loro esigenze, ma con necessità
diagnostiche e curative indifferibili, attualmente in Piemonte sono
posti in illegittime e disumane liste di attesa (per mesi e anche per
anni) oltre 31mila infermi. Ne consegue che è ipotizzabile che in Italia
le persone colpite da patologie o da disabilità gravemente invalidanti e
da non autosufficienza in analoga vergognosa situazione di abbandono
terapeutico siano oltre 200mila.
Al termine del periodo di acuzie, questi infermi sono quasi sempre – le
eccezioni sono rarissime – dimessi dagli ospedali e dalle case di cura
private convenzionate, sulla base del barbaro principio secondo cui i
malati inguaribili sono anche incurabili. Al riguardo alleghiamo la
sconcertante segnalazione pubblicata sulla rubrica Specchio dei Tempi
del quotidiano la Stampa in data sabato 11 ottobre 2014.
Tuttavia, in tutti i casi in cui i famigliari sulla base delle leggi
vigenti e della consulenza fornita gratuitamente dalla Fondazione
promozione sociale onlus (cfr. il sito
www.fondazionepromozionesociale.it), inviano 3/4 raccomandate A/R (al Direttore generale dell’Asl e al Sindaco
di residenza dell'infermo, nonché al Direttore sanitario della struttura
in cui è ricoverato – spesa 20 euro), il malato cronico non
autosufficiente non viene dimesso e gli è assicurata la continuità
terapeutica senza limiti di durata: dunque il diritto alle cure
socio-sanitarie esiste, ma assai sovente viene negato.
Nonostante le norme vigenti (decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 e articolo 54
della legge 289/2002) garantiscano alle persone con handicap
intellettivo e con autismo grave le necessarie prestazioni domiciliari,
semi- residenziali e residenziali (il ricovero era già assicurato dalla
legge 6535/1889 e dai regi decreti 773/1931 e 383/1934), la stragrande
maggioranza delle Asl dei Comuni sono completamente inadempienti, così
come avviene spesso da parte di altre Istituzioni dello Stato, al punto
che sono addirittura all’esame della Commissione affari sociali della
Camera dei Deputati le proposte di legge n.
698, 1352, 2205, 2456 e 2578 fondate sulla falsità: infatti omettono
di segnalare la presenza delle leggi in vigore che stabiliscono i
diritti pienamente ed immediatamente esigibili. Sarebbe come se qualche
parlamentare decidesse presentare proposte di legge sulla scuola senza
tener conto dell’obbligo scolastico, o sulle procedure elettorali, senza
tener conto della piena vigenza del diritto di voto! Altri disegni di
legge (Senato n. 72, 164, 181, 292, 680 e 940 e Camera dei Deputati n.
142, 685, 696, 697, 728, 756, 1110, 1323 e 1348) sono basati sulla
stessa ingannevole omissione. Il patto per la salute 2014-2016: nuove tendenze eugenetiche per gli
“scarti” della società?
Il Governo e le
Regioni hanno approvato il 10 luglio 2014 un provvedimento denominato
“Patto per la salute 2014-2016” concernente le prestazioni di competenza
del Servizio sanitario nazionale in cui all’articolo 6 “Assistenza
socio-sanitaria” viene stabilito che le relative prestazioni «sono
effettuate nei limiti delle risorse previste» e che «le Regioni
disciplinano i principi e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e
delle attività sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per
le aree della non autosufficienza, della disabilità, della salute
mentale adulta e dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle
dipendenze e forniscono indicazioni alle Asl ed agli altri enti del
sistema sanitario regionale per l’erogazione congiunta degli interventi,
nei limiti delle risorse programmate per il Servizio sanitario
regionale e per il Sistema dei servizi sociali per le rispettive
competenze».
L’abdicazione del diritto alle prestazioni sanitarie e socio-sanitarie
in favore delle sole esigenze di bilancio ha già portato nella storia ad
aberrazioni ed orrori. A titolo di esempio richiamiamo un brano tratto
dal monologo “Ausmerzen – Vite indegne di essere vissute” di
Marco Paolini, che ripercorre la messa in opera su vasta scala dei
principi dell’Eugenetica, attuata in Germania sotto il nazismo.
Lo scopo dichiaratamente perseguito di tale pratica e azione politica
era quello di conseguire un risparmio nei conti dello Stato,
all’indomani della crisi mondiale del 1929, eliminando centinaia di
migliaia di persone considerate improduttive (disabili, indigenti,
alcolizzati, malati cronici…).
Uno dei documenti ufficiali citato dall’artista, così recita: «È
stato calcolato che fino al primo settembre 1941 sono stati
“disinfettati” 70.273 pazienti. Calcolando un costo giornaliero di 3,50
marchi, abbiamo fatto risparmiare 4.781.339,72 chili di pane,
19.754.325,27 chili di patate e poi marmellata, margarina, caffè,
zucchero, farina, carne, tabacco. […] Lo chiamavano progetto T4: si
trattava di concedere l’eutanasia a tutti quelli considerati mangiatori
a spese dello Stato».
Papa Francesco, che ha stigmatizzato la distruttiva «cultura dello
scarto», ha anche affermato, durante la Settimana sociale dei
cattolici italiani svoltasi nel 2013, che «un popolo che non si
prende cura degli anziani e dei bambini e dei giovani non ha futuro,
perché maltratta la memoria e la promessa».
3.
EROGARE UNA PENSIONE DI INVALIDITÀ ADATTA ALLE ESIGENZE VITALI
Alle persone con invalidità in situazione di gravità, che certamente e
definitivamente non sono in grado di svolgere qualsiasi attività
lavorativa, lo Stato eroga (anno 2014) la pensione da fame di euro
279,19 mensili, con la quale dovrebbero alimentarsi, vestirsi, pagare
l'affitto e provvedere alle loro altre esigenze vitali.
Si tenga presente che al compimento del 60º anno di età la pensione di
invalidità è sostituita dall’assegno sociale il cui importo mensile
(anno 2014) è di euro 636,83.
L’assoluta inadeguatezza e illogicità della pensione di invalidità, per
come è erogata nell’esiguo importo odierno, è palese anche dal confronto
con l’assegno sociale: non si capisce infatti il principio per cui una
persona con invalidità grave, non in grado di svolgere alcuna attività
lavorativa, debba ricevere meno dallo Stato proprio nel periodo di vita
in cui generalmente deve affrontare più spese.
Si richiede pertanto che per le persone infrasessantenni con invalidità
grave venga almeno erogato l’importo stabilito per l’assegno sociale.
L’attuale (anno 2014) importo mensile dell'indennità di accompagnamento,
versata agli invalidi totali (100%) è di euro 504,07. Questa somma può
essere accettabile per coloro che sono «nell’impossibilità di
deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore», come da
legge 18/1980, e sono in grado di svolgere attività lavorative.
È invece assai allarmante che lo stesso importo mensile venga erogato
dallo Stato alle persone che abbisognano «di un’assistenza continua
non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita»,
come da succitata legge 18/1980, spesso nemmeno in grado di manifestare
le proprie esigenze vitali. Per queste persone con disabilità totale, e
quindi non autosufficienti, curati a domicilio che necessitano di essere
alzate, vestite, alimentate spesso mediante imboccamento, pulite
(sovente soffrono di doppia incontinenza), l’indennità di
accompagnamento dovrebbe essere almeno triplicata (da 504,07 a
1.500 euro mensili) consentendo in tal modo ai loro congiunti di poter
continuare ad accoglierli a casa loro, evitando il ricovero le cui rette
mensili oscillano da 4.500 euro a 6.000 euro al mese. Da tener presente
che l'importo di 1.500 euro al mese corrisponde a 50 euro al giorno per
prestazioni da assicurare 24 ore su 24.
Mentre confidiamo che il Presidente del Consiglio dei Ministri assuma
con la massima sollecitudine possibile i necessari e urgenti
provvedimenti per fare fronte ai sopra illustrati problemi di giustizia
sociale, chiediamo ad ognuno dei Parlamentari del Piemonte di sostenere
le richieste fin qui precisate, che rientrano fra le istanze
dell’allegata Risoluzione 8-00191 approvata all’unanimità dalla
Commissione affari sociali della Camera dei Deputati l’11 luglio 2012.
Allegati:
NOTIZIE n. 32 del 4 novembre 2014 URGENTISSIMA
MOBILITAZIONE PER LA MODIFICA DEL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITA' E DEL
PATTO PER LA SALUTE CARATTERIZZATI DA ALCUNE TENDENZE EUGENETICHE
VERSO GLI “SCARTI” DELLA SOCIETÀ (OLTRE UN
MILIONE DI NOSTRI CONCITTADINI COLPITI DA PATOLOGIE E/O DISABILITÀ IN
SITUAZIONE DI GRAVITÀ E DA NON AUTOSUFFICIENZA) – MESSAGGIO
IMPORTANTISSIMO Ricordiamo che nel Patto per
la salute 2014-2016 all'articolo 6 "Assistenza socio-sanitaria" viene
stabilito che le relative prestazioni «sono effettuate nei limiti
delle risorse previste» e che «le Regioni disciplinano i principi
e gli strumenti per l’integrazione dei servizi e delle attività
sanitarie, sociosanitarie e sociali, particolarmente per le aree della
non autosufficienza, della disabilità, della salute mentale adulta e
dell’età evolutiva, dell’assistenza ai minori e delle dipendenze e
forniscono indicazioni alle Asl ed agli altri enti del sistema sanitario
regionale per l’erogazione congiunta degli interventi, nei limiti delle
risorse programmate per il Servizio sanitario regionale e per il Sistema
dei servizi sociali per le rispettive competenze». Emendamento - È quindi
necessario che le associazioni e organizzazioni prendano posizione per
la modifica del disegno di legge di stabilità 2015, informando e
sensibilizzando i Parlamentari di riferimento del proprio territorio
ed i rappresentanti delle altre istituzioni (Anci, Conferenza Stato
Regioni…) per la presentazione degli opportuni emendamenti
che sopprimano le disposizioni di cui sopra dal Patto per la salute
2014-2016 e cancellino quindi l’inaccettabile discriminazione
tra malati e negazione dei diritti che esso introduce. Esempio di emendamento Pretesto
carenza di risorse
NOTIZIE n. 31 del 19 settembre 2014
Come anticipato in “Notizie - n. 28”
del 9 luglio scorso, il “Patto per la salute 2014-2016” –
approvato da Governo e Regioni il 10 luglio 2014 – stabilisce
all’articolo 6 (“Assistenza socio-sanitaria”) che le relative
prestazioni «sono effettuate nei limiti delle risorse previste»
e che «le Regioni disciplinano i principi e gli strumenti per
l’integrazione dei servizi e delle attività sanitarie, sociosanitarie e
sociali, particolarmente per le aree della non autosufficienza, della
disabilità, della salute mentale adulta e dell’età evolutiva,
dell’assistenza ai minori e delle dipendenze e forniscono indicazioni
alle Asl ed agli altri enti del sistema sanitario regionale per
l’erogazione congiunta degli interventi, nei limiti delle risorse
programmate per il Servizio sanitario regionale e per il Sistema dei
servizi sociali per le rispettive competenze».
Si tratta di misure che introducono una
inaccettabile discriminazione tra soggetti malati – oltre un milione di
nostri concittadini – vincolando l’erogazione delle prestazioni
per le persone citate alle risorse stanziate, in contrasto con le leggi
in vigore (legge n. 833/1978, Livelli essenziali di assistenza stabiliti
nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001
le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002).
Pertanto, per contrastare il provvedimento che
discrimina i malati è necessario presentare ricorso al Tar del
Lazio. Il ricorso si può presentare entro il 25 di ottobre p.v.
Le
associazioni Aps, Ulces e Utim, aderenti al Csa (Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base), si sono attivate e presenteranno
ricorso studio dell’avvocato Roberto Carapelle -
Via San Pio V,
20, 10125 Torino, tel. 011.6692848 e
011.6698858.
Si tratta,
com’è chiaro dalle premesse, di
una causa importantissima a difesa del diritto alle cure e contro ogni
discriminazione delle persone colpite da patologie e/o handicap e non
autosufficienza, pertanto auspichiamo che anche Voi vogliate
ricorrere contro il provvedimento.
In allegato trovate: la
nota che abbiamo inviato al nostro Avvocato per il ricorso
contro il Patto per la salute 2014-2016.
NOTIZIE n. 30 del 10 settembre
2014
Abbiamo bisogno della Vostra collaborazione per poter adeguare le nostre
iniziative alle esigenze e ai diritti dei soggetti con handicap
intellettivo grave e gravissimo, degli individui colpiti da autismo,
degli anziani malati cronici non autosufficienti, delle persone colpite
da morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e degli infermi
con rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia.
Il Vostro aiuto è altresì molto utile per le attività svolte a difesa
delle persone con gravi difficoltà alle quali le istituzioni negano le
prestazioni dovute o le rinviano in contrasto con i bisogni del soggetto
coinvolto. Diritti esigibili
Come abbiamo più volte segnalato, alle persone sopra indicate le Asl
sono obbligate a fornire le occorrenti prestazioni domiciliari,
semiresidenziali e residenziali in base ai Lea, Livelli essenziali di
assistenza sanitaria e socio-sanitaria di cui al decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli
essenziali di assistenza” (Lea) le cui norme sono cogenti in base
all’articolo 54 della legge 289/2002.
Per le persone malate croniche non autosufficienti
i diritti sanciti dai Lea erano già in vigore ai sensi della
legge 833/1978, istituiva del Servizio sanitario nazionale.
Infatti l’articolo 2 di questa legge stabiliva e stabilisce tuttora che
il Servizio sanitario nazionale deve assicurare
«la
diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause, la
fenomenologia e la durata»
e deve altresì
provvedere «alla tutela della salute degli anziani, anche al fine di
prevenire e di rimuovere le condizioni che possono concorrere alla loro
emarginazione».
I diritti delle persone non autosufficienti (disabili, anziani, soggetti
con demenza senile o con gravi disturbi psichiatrici) sono stati
confermati anche dalla sentenza della Corte costituzionale n. 36/2013.
Grati della Vostra collaborazione, Vi preghiamo di compilare l'allegato
questionario (5 punti).
1) - QUESTIONARIO - Per le persone con handicap intellettivo o colpite
da autismo
1. Per le persone con handicap intellettivo o colpite da autismo
a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti:
- alle prestazioni domiciliari?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
- alla frequenza del centro diurno?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una
comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un
istituto?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui
sopra sono assicurate: - dall’Asl?
…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune?
……………………………………………………………………………………………..
d) l’utente deve versare una somma:
- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro…………..
- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di
euro………….
- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro…………
Altre Vostre considerazioni:
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
2) - QUESTIONARIO
- Per gli anziani malati cronici non autosufficienti
e per le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme
di demenza senili
1. Per gli anziani malati cronici non
autosufficienti e per le
persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza
senile
a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti:
- alle prestazioni domiciliari?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
- alla frequenza del centro diurno?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una
comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un
istituto?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui
sopra sono assicurate: - dall’Asl?
…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune?
……………………………………………………………………………………………..
d) fornite consulenza in merito all’opposizione alle dimissioni da
ospedali e da case di cura di anziani malati cronici non autosufficienti
e di persone con demenza senile nei casi in cui per qualsiasi motivo non
sono praticabili le prestazioni domiciliari?
……………………………………………………………………………………………..
- Se sì, quanti casi avete registrato nell’ultimo anno?
……………………………………………………………………………………………..
- Hanno avuto epilogo positivo (corretta erogazione delle prestazioni
socio-sanitarie come previste dai Lea)?
……………………………………………………………………………………………..
e) l’utente deve versare una somma:
- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro…………..
- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di
euro……..
- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro…………
- per il ricovero in una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale, per
l’importo di euro…..
Altre Vostre considerazioni:
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
3) - QUESTIONARIO - Per le persone con gravi
disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia
1. Per le persone con gravi disturbi
psichiatrici e limitatissima autonomia
a) qual è l’ambito territoriale in cui intervenite?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
b) nella Vostra zona di intervento sono attuati i sopracitati diritti:
- alle prestazioni domiciliari?
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
- alla frequenza del centro diurno?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - all’accoglienza in una
comunità alloggio parafamiliare di 8/10 posti al massimo?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in una casa di
cura?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. - al ricovero in un
istituto?
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. c) le prestazioni di cui
sopra sono assicurate: - dall’Asl?
…………………………………………………………………………………………….. - dal Comune?
……………………………………………………………………………………………..
d) l’utente deve versare una somma:
- per la frequenza del centro diurno dell’importo mensile di euro…………..
- per l’accoglienza in una comunità alloggio dell’importo mensile di
euro………..
- per il ricovero in un istituto per l’importo mensile di euro…………
Altre Vostre considerazioni:
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
4) - Secondo le Vostre esperienze e
disponibilità, che iniziative potete intraprendere in merito alla
Petizione popolare nazionale riguardante il finanziamento dei Lea
per sollecitare il Parlamento e il Governo ad erogare i necessari
finanziamenti aggiuntivi, come previsto anche dalla allegata Risoluzione
n. 8-00191 approvata all’unanimità l’11 luglio 2012 dalla Commissione
affari sociali della Camera dei Deputati: a) al Fondo sanitario
nazionale per le attività di competenza delle Asl
……………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………….. b) al Fondo per le non
autosufficienze per gli interventi di competenza dei Comuni
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
5) - Secondo le Vostre esperienze e
disponibilità, che iniziative potete intraprendere per la raccolta delle
adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e private in
merito alla Petizione popolare nazionale
(di cui sono in atto le relative iniziative fino
al 31 dicembre 2015) volte ad ottenere dal Parlamento, dal Governo e
dalle Regioni provvedimenti per l’attuazione dei già vigenti diritti
esigibili alle prestazioni domiciliari per le persone non
autosufficienti nonché per il riconoscimento della priorità di detti
interventi e per adeguati finanziamenti
……………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………..
Notizie
-
n. 29 del 12 agosto 2014
Il testo della Petizione è il seguente:
«Come
noto, oggi, in base ai Livelli essenziali di assistenza (Lea)
definiti dal Decreto del presidente del Consiglio
dei Ministri 29 novembre 2001 (articolo 54 della legge 289/2002),
Asl e Comuni sono tenuti ad erogare le prestazioni socio-sanitarie
domiciliari, semiresidenziali e residenziali per le persone con
disabilità grave, che già attualmente vengono fornite.
Purtroppo
sono state presentate alla Camera dei Deputati, e sono
in discussione presso la Commissione affari sociali della Camera,
quattro proposte di legge sul tema dell’“assistenza delle persone
affette da disabilità grave e prive del sostegno famigliare” che
omettono colpevolmente le citate leggi esistenti e in esse manca,
aspetto gravissimo, ogni riferimento ai Livelli essenziali di assistenza
socio-sanitaria (Lea). Si tratta delle proposte di legge n. 698, 1352,
2205 e 2456 che prevedono anche erogazioni di ingenti risorse (150-300
milioni di euro all'anno) destinate ai privati. Tali provvedimenti
devono essere bloccati, nell’interesse e a tutela dei diritti di decine
di migliaia di persone con disabilità grave e delle loro famiglie.
Le
contestate proposte di legge, non richiamando i Lea, disinformano
migliaia di cittadini in ansia per il “dopo di noi” dei loro figli con
disabilità e inducono proprio loro, nella loro debolezza, a dipendere
dalla decisione discrezionale dei privati, anziché contare sul diritto.
Privati che, come già è accaduto, continua ad accadere ed è facile che
accadrà ancora, dopo aver usufruito di importanti contributi pubblici
per realizzare una struttura potranno scegliere autonomamente a chi
fornire le prestazioni e a chi no.
La
mancata attuazione in molte parti d’Italia della normativa sui Lea non
deve incentivare iniziative che, omettendo i diritti delle persone con
disabilità, sostengono con consistenti risorse pubbliche i privati senza
garanzie di universalità nell’accesso alle prestazioni e sono foriere di
gestioni clientelari del potere.
Per la concreta attuazione dei Lea – le cui norme valgono in modo
esattamente identico anche per gli anziani malati cronici non
autosufficienti, le persone colpite da morbo di Alzheimer o altre forme
di demenza senile, persone con rilevanti problemi psichiatrici e
limitata nulla autonomia – chiediamo che venga dato corso concreto alla
Risoluzione 8-00191 approvata
all’unanimità dalla Commissione affari sociali della Camera l’11 luglio
2012 che chiede al Governo di approvare i necessari
stanziamenti affinché Asl e Comuni garantiscano, in base
all’effettivo fabbisogno (valutato dalle competenti Commissioni)
innanzitutto il diritto alle prestazioni domiciliari; la frequenza di un
centro diurno, che ha dimostrato di essere una valida alternativa al
ricovero; l’inserimento in comunità alloggio quando la famiglia non è
più in grado di provvedere al proprio congiunto colpito da patologia e/o
da grave handicap e da non autosufficienza».
2) Ricordiamo a
tutti la necessità di proseguire nella raccolta firme per la Petizione
popolare nazionale per le cure socio-sanitarie domiciliari previste dai
Lea, il cui termine è stato spostato al 31 dicembre 2015 e di diffondere
le notizie riguardanti i diritti già attualmente esigibili stabiliti
dalla legge 833/1978 e dai Lea (decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli
essenziali di assistenza” – Lea –
le cui norme sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002)
a favore dei soggetti con disabilità intellettiva grave, degli anziani
malati cronici non autosufficienti, delle persone colpite da morbo di
Alzheimer o da altre forme di demenza senile e di coloro
che sono affetti da disturbi psichiatrici.
Notizie
-
n. 28 del 9 luglio 2014
1) Vi scriviamo molto
allarmati dalla lettura del testo della bozza di Patto per la salute
2014-2016, la cui approvazione potrebbe avvenire già questa
settimana. Vi
alleghiamo la breve
nota (lo stralcio della bozza del Patto cui si fa riferimento è
consultabile sul sito alla sezione News) che abbiamo inviato al
Presidente della Repubblica e al Governo evidenziando l'inaccettabile
discriminazione che il documento così com'è pone in essere.
Vi
invitiamo pertanto a condividere l'allarme lanciato dal Csa – anche
rilanciando lo stesso testo ai Vostri contatti a nome delle Vostre
associazioni – ed a prendere analoghi provvedimenti, in tempi
rapidissimi, data la prossima approvazione del Patto stesso.
Notizie
- n. 27
del 30 giugno 2014
Uniamo
la "Lettera
aperta al presidente della Regione Piemonte On. Sergio Chiamparino"
inviata dalla Consulta regionale per la Pastorale della Salute della
Conferenza episcopale piemontese.
Mettiamo in evidenza che la lettera sottolinea «l'aumento della
preoccupazione delle famiglie che hanno in carico anziani non
autosufficienti, persone con gravi disabilità, malati mentali oppure
cronici, che si vedono ridurre continuamente gli interventi della sanità
pubblica a causa di recenti delibere della passata Giunta Regionale,
oggetto di ricorsi e contro-ricorsi, ma che lasciano con i loro problemi
quotidiani irrisolti le persone coinvolte».
Inoltre il messaggio enuncia come proposta d’indirizzo: «La famiglia
deve essere sostenuta, anche economicamente. Infatti, pur essendo un
insostituibile ammortizzatore sociale, non può sostenere il conflitto di
interesse umano che deriva dal dovere decidere la destinazione
dell'investimento del proprio patrimonio, accumulato con sacrifici e
rinunce, a favore dei figli e delle nuove generazioni, oppure a favore
di anziani e persone con disabilità da curare ed assistere».
I referenti della Conferenza episcopale piemontese si dicono «consapevoli
che gli aspetti economici e di bilancio non possono essere una priorità
rispetto alla tutela dei diritti delle persone affette da malattie
croniche e invalidanti: chiediamo che si eviti il continuo rimpallo tra
sanità e assistenza».
Vi invitiamo a diffondere l’importante messaggio a
tutti i vostri contatti, con la preghiera di segnalarci altre analoghe
prese di posizione sul tema che doveste ottenere con la vostra attività
e che sono estremamente utili come sostegno per le iniziative di
promozione dei diritti delle persone non autosufficienti.
Inoltre Vi ricordiamo la necessità di continuare
nella raccolta delle adesioni e delle firme a sostegno della Petizione
popolare nazionale sulle prestazioni domiciliari sancito dai Lea, il cui
termine è stato prorogato al 31 dicembre 2015.
Notizie
-
n. 26
del 17 giugno 2014
1) Alleghiamo un
Comunicato stampa che Vi preghiamo di riportare sul Vostro sito
e nelle Vostre pubblicazioni. Inoltre sono particolarmente importanti le
Vostre iniziative volte ad informare i Parlamentari per richiedere la
sospensiva sine-die dell’esame delle tre proposte di legge di cui si
tratta nel documento stesso.
2) Cogliamo l’occasione per segnalare che il termine della raccolta
delle firme per la Petizione popolare nazionale per il riconoscimento
del prioritario diritto alle cure domiciliari è spostato al
31 dicembre 2015
3) In merito al documento del Governo “Linee
guida per una Riforma del Terzo Settore” si allegano le
osservazioni a cura del Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i
movimenti di base). Con preghiera di diffonderle ai Vostri contatti e
stamparne copia da divulgare.
4) Alleghiamo altresì un
volantino predisposto in merito al diritto alle cure
socio-sanitarie degli anziani malati cronici non autosufficienti
e delle persone con demenza
senile, la cui conoscenza consente di opporsi alle dimissioni da
ospedali e da case di cura ottenendo in tal modo la continuità delle
cure e risparmi notevoli rispetto alle degenze private nelle Rsa il cui
costo mensile può arrivare anche a 3.000-3.500 euro.
Grati se vorrete fornirci notizie circa la firme
raccolte e le iniziative programmate.
Notizie
-
n. 25
del 30 aprile 2014
R
È uscito PROSPETTIVE ASSISTENZIALI!
Dal 1968 la voce indipendente per la promozione e la tutela dei diritti
delle persone incapaci di difendersi da sé.
Buone notizie per le persone colpite da patologie e/o handicap
invalidante grave e da non autosufficienza: il Tar del Piemonte ha
ribadito per loro l’immediato diritto alle cure sanitarie e
socio-sanitarie senza limiti di durata. Più di 200mila persone in tutta
Italia aspettano queste prestazioni in illegittima lista d’attesa, ma
bastano 20 euro per ottenere i diritti per coloro che sono ricoverati in
ospedali e case di cura.
Tutti gli aspetti critici del nuovo modello di calcolo,
strumento unico per la valutazione della situazione economica di coloro
che richiedono prestazioni sociali agevolate. Le indennità contano come
reddito, introdotte nuove
misure economicamente gravose per gli
anziani non autosufficienti ricoverati in Rsa e per i loro famigliari;
penalizzati i proprietari di casa a basso reddito e le persone con
handicap grave che dispongono di beni. Mentre si attende l'applicazione
concreta del nuovo sistema di calcolo rimane in vigore quello attuale,
ma all'orizzonte si annuncia l'aumento degli oneri a carico dei Comuni (Contro
il nuovo Isee hanno presentato ricorso al Tar del Lazio alcune
associazioni aderenti al Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i
movimenti di base).
Le esperienze del Csa e della
Fondazione promozione sociale onlus a difesa del diritto degli anziani
malati cronici non autosufficienti e delle persone con demenza senile
alle prestazioni socio-sanitarie. Sono oltre diecimila le consulenze
fornite: aumentano le richieste di aiuto, ma cresce anche il
disinteresse per i diritti.
Le criticità e gli effetti di una
decisione basata sulla dannosa concezione della genitorialità fondata
sul DNA. La sentenza della Corte costituzionale non tiene in conto
questioni cruciali: l’impegno dello Stato a non comunicare le generalità
delle donne che non riconoscono i loro nati, le conseguenze sulla salute
delle future gestanti e dei nascituri, l’eventualità che la conoscenza
dell’identità delle donne che hanno partorito in anonimato scateni
ricatti, denigrazioni, violenze.
R
La Fondazione promozione sociale
su Facebook!
La Fondazione promozione sociale onlus è ora su Facebook.
Sulla pagina sono caricate
informazioni, novità, aggiornamenti, collegamenti al sito internet e i
contributi più importanti sulla promozione e la tutela dei diritti delle
persone non autosufficienti. Seguite le attività della Fondazione sul
social network, cliccate “Mi piace” sulla pagina e diffondetela fra i
Vostri contatti. Questo l’indirizzo:
www.facebook.com/fondazionepromozionesociale
Grazie a tutti per la collaborazione e la diffusione! Notizie - n. 24 del 14 aprile 2014
Ricorso al Tar del Piemonte contro le delibere 25 e 26/2013 della Giunta
regionale del Piemonte
Comunicato stampa -- Ricorso al Tar del Piemonte delle
associazioni Aps (Associazione promozione sociale), Ulces (Unione per la
lotta contro l’emarginazione sociale), Utim, (Unione tutela persone con
disabilità intellettiva), Angsa Torino e Gav di Acqui Terme (AL) contro
le delibere 25 e 26/2013 e 5/2014 della Giunta regionale, lesive del
diritto delle persone anziane malate o con handicap grave e non
autosufficienza ad accedere alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari
previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza. Hanno
presentato ricorso contro i controversi provvedimenti regionali anche i
Comuni di Torino e di Cuneo ed altri 12 Comuni nonchè 18 Enti-Consorzi
erogatori dei servizi socio-assistenziali. Le sopra citate
delibere hanno anche creato un devastante caos sugli assegni terapeutici
per le cure socio-sanitarie domiciliari: le Asl fanno pressione sui
Consorzi per poter amministrare autonomamente le risorse del settore
socio-assistenziale, mentre questi Consorzi non hanno né competenza per
svolgere le funzioni sanitarie (fondate su diritti esigibili), né
strumenti amministrativi, né risorse economiche per dare corso agli
illegittimi provvedimenti regionali.
Aggiornamento sulla petizione per il diritto alle prestazioni
domiciliari
Gradiremmo avere da Voi un riscontro aggiornato sull'andamento della
raccolta firme a sostegno della Petizione nazionale per il "Diritto alle
prestazioni domiciliari sancito dai Lea - Livelli essenziali di
assistenza socio-sanitaria a favore delle persone non autosufficienti" e
un dettaglio delle Vostre iniziative in proposito, in modo da poterle
anche rilanciare e diffondere. Ricordiamo a tutte le organizzazioni
promotrici e aderenti che la raccolta firme a sostegno della Petizione
prosegue fino al 31 dicembre 2014.
Notizie - n. 23 del 31 marzo 2014
Comunicato stampa
Notizie
-
n. 22
del 13 marzo 2014
[Riportiamo il testo di una iniziativa informativa sul diritto
alle cure delle persone anziane malate croniche non autosufficienti e
dei malati di Alzheimer da diffondere tramite e-mail ai propri contatti]
Più di un milione di cittadini italiani (anziani malati
cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer o di altre demenze
senili) hanno diritto immediato alle cure socio-sanitarie e le ricevono
da subito se loro o i loro famigliari le richiedono nel modo giusto!
Quanti lo sanno? Pochissimi. Per questo bisogna "far girare"
l'informazione. Non spezzare la catena: invia
questo messaggio ai tuoi contatti. E poi, informa le persone malate o i
loro parenti che conosci, parlane con gli amici, i colleghi, in
famiglia, perché l'applicazione concreta del diritto è una questione che
riguarda tutti per situazioni che domani potrebbero colpire ciascuno di
noi. COME OTTENERE CON SUCCESSO SICURO OPPURE IL RICOVERO CONVENZIONATO IN RSA PER I PROPRI PARENTI ANZIANI MALATI CRONICI COME STABILITO DALLE LEGGI
Gli anziani malati cronici non
autosufficienti e le persone malate di Alzheimer o colpite da altre
forme di demenza senile hanno il diritto immediato non solo alle cure
delle loro patologie durante la fase acuta (pronto soccorso, ospedale,
casa di cura privata), ma anche nella fase di stabilizzazione attraverso
cure a casa o in struttura prestate dal Servizio sanitario nazionale. Le
diffusissime liste d'attesa che costringono questi malati ad aspettare
anni prima di essere curati non solo sono illegittime, ma si possono
aggirare in molti casi – vedi sotto - con il semplice invio di alcune
lettere raccomandate (costo totale circa 20 euro).
Infatti, salvo decisione
diversa degli interessati e dei loro congiunti, gli anziani malati non
autosufficienti non possono essere dimessi dagli ospedali e dalle case
di cura private convenzionate: la Sanità (non gli assistenti sociali!)
deve garantire che le cure proseguano a domicilio - se i familiari sono
volontariamente disponibili - o presso le Rsa, Residenze sanitarie
assistenziali. Le lettere raccomandate servono appunto per opporsi alle
dimissioni ed ottenere che le cure continuino. In tutte le migliaia di
casi in cui è stata fatta l'opposizione, l'esito è stato favorevole!
Nei casi di ricovero in
struttura, il 50% della retta è per legge a carico del Servizio
sanitario nazionale; la quota rimanente la paga il paziente, oppure se
non ha risorse sufficienti (lui solo, non i parenti!) interviene
economicamente il Comune.
Per saperne di più consulta il
sito
www.fondazionepromozionesociale.it
oppure telefona al n. 011.8124469
Notizie
-
n. 21
del 21 febbraio 2014
Notizie
-
n. 20
del 14 febbraio 2014
I diritti
alle cure (domiciliari, semiresidenziali, residenziali) per gli anziani
malati cronici non autosufficienti e le persone colpite da demenza
senile, così come per le persone con disabilità intellettiva
gravissima ed i soggetti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata
o nulla autonomia, ci sono. Lo hanno confermato anche le recenti
sentenze
189 e
199/2014 del Tar del Piemonte. Come
vedere applicati concretamente questi diritti?
Alleghiamo una nota in merito che ricorda anche la semplice e poco
costosa pratica dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di
cura come mezzo sempre efficace per ottenere la continuità terapeutica.
Intanto,
prosegue la raccolta firme per la seconda Petizione popolare
nazionale per il «Diritto alle prestazioni domiciliari sancito
dai Lea, livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria a favore delle
persone non autosufficienti» e
l'impegno affinché, come richiesto dalla prima Petizione nazionale,
vengano pienamente finanziati i Lea socio-sanitari.
Uniamo
poi una nota sui contributi del Fondo per le non autosufficienze
– risorse del settore socio-assistenziale – assegnati ai malati di
Sla del Piemonte. La situazione è analoga in altre regioni: sarebbe
opportuno che i malati e le relative associazioni di tutela, ma anche le
altre organizzazioni di tutela dei diritti, pretendessero che le persone
colpite da Sla, così come da altre analoghe gravissime patologie,
vengano prese in carico dal Servizio sanitario, che garantisce il
diritto esigibile alle cure, con oneri a totale carico del relativo
Fondo sanitario nazionale, che dispone di fondi ingenti. -
Comunicato diritto alle prestazioni -
Comunicato sentenza Tar del Piemonte 199/2014 del 31 gennaio 2014
Notizie - n. 19
del 29 gennaio 2014
1. Prima delle esigenze di risparmio occorre
che anche il Ministero dell’economia e delle finanze tenga conto delle
illegittime liste di attesa degli anziani malati cronici non
autosufficienti Presso il Ministero
dell’economia e delle finanze è stato costituito il cosiddetto “Tavolo
Massicci” per verificare la pertinenza delle spese sanitarie. Allo scopo
sono state prese in esame tre Regioni (Emilia Romagna, Veneto e Umbria)
come riferimento sui costi standard in sanità. Purtroppo detto “Tavolo”,
del quale fanno parte funzionari dei Ministeri dell’economia, della
sanità e delle politiche sociali, finora non si è preoccupato di una
questione della massima importanza. Si tratta delle liste di attesa in
cui, in violazione dei diritti sanciti dalle leggi vigenti, confermati
dalla sentenza della Corte costituzionale n. 36/2013, sono posti gli
anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza
senile, nonostante si tratti di infermi con esigenze terapeutiche
immediate e indifferibili. Ricordiamo che gli
anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza
senile hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle
prestazioni socio-sanitarie domiciliari e residenziali. Solo in Piemonte sono
oltre 30 mila gli anziani colpiti da patologie invalidanti inseriti
nelle liste; pertanto essi non ricevono, spesso per anni, le prestazioni
delle quali hanno bisogno. Si può dunque ragionevolmente stimare che nel
nostro Paese siano oltre 200 mila gli infermi posti illegittimamente in
lista d'attesa. Pertanto, prima di
valutare i possibili risparmi, il “Tavolo Massicci” dovrebbe accertare
se l’accesso alle prestazioni domiciliari residenziali o
semi-residenziali sia effettivamente garantito ai sensi delle vigenti
disposizioni di legge. È evidente che ogni
valutazione economica che non tenga conto di questa necessità è di per
sé gravemente fuorviante. La passiva accettazione
delle liste di attesa è per tutti i livelli istituzionali (Ministeri,
Regioni, Asl) una violazione dei diritti fondamentali delle persone.
Questa situazione richiama purtroppo alla mente i comportamenti assunti
dai nazisti nei confronti delle persone con handicap, la cui
eliminazione ebbe inizio prima delle stragi degli ebrei e dei nomadi. Proprio attraverso
un'interpretazione fuorviante delle indicazioni del “Tavolo Massicci” e
l'illegittima confusione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), con
le prestazioni aggiuntive ad essi (extra Lea), la Giunta regionale del
Piemonte, con l'approvazione della delibera 26/2013 (a tutt'oggi ancora
non pubblicata sul Bollettino ufficiale regionale, quindi non in
vigore), sta di fatto smantellando il sistema delle prestazioni
socio-sanitarie domiciliari, trasferendo le competenze dalla sanità
all'assistenza, i cui interventi non sono erogati per diritto, ma con
criteri di beneficenza e finché le risorse ci sono. Alleghiamo in merito la
nota predisposta dalla Fondazione promozione sociale onlus e dal Csa
che hanno richiesto il ritiro immediato della succitata delibera e i
comunicati stampa (primo
e
secondo) inviati ai mezzi di informazione, rinnovando l'invito a
tutte le associazioni a prendere posizione sulla vicenda. 2. Opposizione alle
dimissioni: bastano 20 euro per ottenere la prosecuzione delle cure cui
hanno diritto gli anziani malati cronici non autosufficienti e le
persone colpite da demenza senile Rilanciamo l'invito a
farVi promotori, nell'attività delle Vostre associazioni, della pratica
dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di cura
convenzionate, unico strumento finora efficace per ottenere il rispetto
dei diritti per le persone colpite da patologie e/o handicap gravi e non
autosufficienza e la conseguente erogazione delle prestazioni
socio-sanitarie loro occorrenti. È abbastanza facile e
poco costoso (in totale circa 20 euro) ottenere la prosecuzione delle
cure degli anziani malati cronici non autosufficienti e delle persone
colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile,
quando sono ricoverati presso ospedali o case di cura private
convenzionate. È sufficiente inviare alcune raccomandate A/R per
l’opposizione alle dimissioni e per la richiesta della continuità
terapeutica al Direttore generale dell’Asl di residenza dell’infermo, al
Direttore generale dell’Asl in cui il paziente è degente se l’Asl è
diversa da quella di cui sopra, al Direttore sanitario della struttura
(ospedale o casa di cura) in cui la persona è ricoverata, nonché al
Sindaco del Comune di residenza del paziente. In
allegato trovate il testo della lettera di opposizione alle
dimissioni da ospedali e/o case di cura convenzionate. Per maggiori informazioni
è possibile consultare il sito internet:
www.fondazionepromozionesociale.it,
oppure chiamare il numero 011.8124469. I succitati infermi hanno
il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni
sanitarie (se si tratta di persone colpite da patologie acute) o
socio-sanitarie (nei casi di malattie croniche e non autosufficienza).
Questo diritto è stato ed è sancito dall’articolo 2 della legge 833/1978
in base al quale il Servizio sanitario nazionale deve assicurare «la
diagnosi e la cura degli eventi morbosi quali ne siano le cause, la
fenomenologia e la durata» delle malattie. Inoltre lo stesso
articolo impone alle strutture sanitarie di provvedere alla «tutela
della salute degli anziani anche al fine di prevenire e di rimuovere le
condizioni che possono concorrere alla loro emarginazione». Le disposizioni sopra
riportate sono state confermate dai Lea, Livelli essenziali di
assistenza sanitaria e socio-sanitaria, definiti dal decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001, le cui norme
sono cogenti in base all’articolo 54 della legge 289/2002. Ulteriore
conferma è stata fornita dalla sentenza n. 36/2013 della Corte
costituzionale.
Notizie
-
n. 18
del 24 dicembre 2013 Per quanto riguarda l'accesso alle cure per gli
anziani malati cronici non autosufficienti, rilanciamo la soluzione
dell'opposizione alle dimissioni da ospedali e case di cura
private convenzionate, sperando che vogliate adottarla anche voi
come prassi da consigliare ai casi che incontrate, anche e soprattutto
perchè è un'iniziativa in seguito alla quale ospedali, Asl, Rsa e Case
di cura private convenzionate non possono far altro che garantire la
prosecuzione delle cure come stabilito dalle leggi vigenti. Noi procediamo così: innanzitutto ne diamo
dettagliata informazione alle famiglie dei malati – con volantinaggi
e campagne informative – in modo che sappiano che secondo le
leggi vigenti i propri congiunti malati hanno diritto ad essere presi
immediatamente in carico dal Servizio sanitario. Precisiamo poi che
l'opposizione alle dimissioni non è una procedura "contrattuale" da
avviare con l'ospedale o un'iniziativa legale, ma una semplice
procedura che permette di esigere formalmente un proprio diritto.
Tra l'altro ad un costo bassissimo: quello di quattro lettere
raccomandate (circa 20 euro). Quasi niente al confronto delle
rette di 3 mila euro al mese per i ricoveri privati. Che il metodo porti a risultati lo
dimostrano i numeri. Nel secondo trimestre del 2013, come risulta
dall'editoriale del numero 184, 2013 della rivista Prospettive
assistenziali, la Fondazione promozione sociale onlus con sede a
Torino ha fornito 119 consulenze individuali, a persone residenti in 11
Regioni, che hanno scelto di utilizzare lo strumento dell'opposizione
alle dimissioni; nel terzo trimestre i casi sono stati 151 relativi a
richieste provenienti da Belluno, Brindisi, Cremona, Genova, Imperia,
Matera, Milano, Modena, Prato, Rieti, Roma, Terni e da tutto il
Piemonte. Com’è successo anche negli anni scorsi, tutte le consulenze
hanno avuto esito positivo in quanto le Asl hanno sempre fornito,
dopo l'opposizione alle dimissioni, le prestazioni residenziali
agli anziani malati cronici non autosufficienti. In ogni caso, non ci sostituiamo alle famiglie,
ma spieghiamo loro come possono rivendicare i propri diritti. La scelta
se farlo o meno rimane loro. - Cosa fare se il malato anziano cronico non
autosufficiente non è più in carico al Ssn? L'opposizione alle dimissioni funziona sempre per i
pazienti ancora in carico al Servizio sanitario nazionale (i cui parenti
non abbiano cioè accettato le dimissioni da ospedali o case di cura
private convenzionate), ma anche chi ha accettato le dimissioni,
e cura il suo congiunto a casa, oppure lo ha trasferito in una struttura
totalmente a sue spese, può comunque esigere il suo diritto alle cure e
alle prestazioni residenziali. Come? Noi proponiamo quattro strade che le
famiglie possono intraprendere: - richiedere il ricovero di sollievo
temporaneo ad una Rsa (quindi farsi prendere in carico dal Ssn) e poi
utilizzare lo strumento dell'opposizione alle dimissioni; - portare il proprio parente anziano malato cronico
non autosufficiente al pronto soccorso dove il Servizio sanitario
nazionale è obbligato a prenderlo in carico; - scrivere una lettera raccomandata (con allegato
certificato medico del malato) al direttore generale dell'Asl di
residenza nella quale si scrive che il giorno x il proprio congiunto
anziano malato cronico non autosufficiente verrà portato al pronto
soccorso. Parallelamente scrivere al difensore civico regionale e ai
responsabili del pronto soccorso informandoli dell'iniziativa intrapresa
e sollecitandoli ad appoggiare la richiesta di presa in carico del
malato; - inviare una diffida all'Asl di residenza
nella quale si scrive che, se entro la tal data non verranno assicurate
al proprio congiunto anziano malato cronico non autosufficiente le cure
cui ha diritto come da leggi vigenti, gli scriventi intenteranno causa
contro l'Asl. Qui di seguito inoltriamo anche i link diretti ai
materiali disponibili sul sito internet della Fondazione promozione
sociale:
Informazioni
sull’opposizione alle dimissioni Opuscolo
“Tutti hanno diritto alle cure sanitarie” Altri
documenti sono sempre recuperabili su questo
stesso sito. Grati se ci vorrete tenere aggiornati delle
iniziative intraprese, speriamo di sentirci presto. Buon Natale e buone feste a tutti Cordiali saluti
Il Comitato promotore
Notizie
- n. 17
del 12 dicembre 2013 1. Uniamo
la
comunicazione
(e i relativi allegati:
Odg n. 1090 e
Risoluzione 8-00191) inviata ai
Ministri della salute, del lavoro e delle politiche sociali e
dell'economia e delle finanze in merito alle prestazioni sanitarie e
socio sanitarie domiciliari così come previste dai Livelli essenziali di
assistenza sanitaria e socio sanitaria (Lea). Poichè la questione illustrata nella
lettera riguarda tutta Italia ed i temi trattati sono quelli della
Petizione sulle cure domiciliari alla quale avete aderito o per la quale
siete impegnati nella raccolta firme, Vi chiediamo di sostenere le
richieste inviate nei vostri ambiti di lavoro e di volontariato
affinché: - nel Fondo sanitario nazionale siano
stanziate le risorse per garantire il pieno finanziamento dei Livelli
essenziali di assistenza per la parte sanitaria; - gli stanziamenti del Fondo per le
non autosufficienze (articolo 1, comma 1264 della legge n. 296/2006)
siano adeguati alle esigenze e destinati esclusivamente ai Comuni per il
finanziamento della quota a loro carico per coprire la spesa delle
prestazioni Lea domiciliari, residenziali e semi-residenziali di
«aiuto infermieristico e assistenza tutelare alla persona». Vi siamo già da ora grati per le
vostre iniziative a supporto delle richieste, delle quali Vi chiediamo
di tenerci come sempre al corrente. Vi preghiamo di valutare l'opportunità
di assumere, nelle vostre realtà, un'iniziativa analoga a questa che ha
consentito di informare centinaia di persone. Esse hanno così avuto
l'opportunità di richiedere alle istituzioni l'erogazione di prestazioni
domiciliari, semiresidenziali (centri diurni) e residenziali alle quali
hanno diritto le persone con handicap intellettivo in situazione di
gravità, gli anziani malati cronici non autosufficienti, le persone
colpite da morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza senile. Il
testo dell'opuscolo può essere riprodotto e diffuso attraverso i Vostri
canali informativi citandone la fonte.
Notizie
- n. 16
del 28 novembre 2013 1. Segnaliamo che è'
uscito per le edizioni AltrEconomia il libro
Non è sufficiente!
- Storie e proposte di chi lotta per garantire il diritto alle cure alle
persone non autosufficienti, scritto da Maria Grazia Breda e
Andrea Ciattaglia. Il libro rompe il silenzio e afferma il principio di
civiltà per cui le persone non autosufficienti, gli anziani malati
cronici, gli infermi con il morbo di Alzheimer e il Parkinson oppure
forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici incapaci di provvedere
a se stessi hanno diritto pienamente ed immediatamente esigibile alle
cure sanitarie. Il libro racconta
storie di vita, casi seguiti dalla Fondazione Promozione Sociale negli
ultimi anni, di persone che hanno lottato per il riconoscimento dei
propri diritti e hanno vinto la loro battaglia contro ospedali, case di
cura convenzionate, residenze sanitarie assistenziali che intendevano
negare illegittimamente i diritti dei malati cronici non
autosufficienti. Non c'è motivazione («Non ci sono i soldi», «Non c’è
il posto letto», «Non ci sono
i fondi per le cure domiciliari») che possa legittimamente negare
l'accesso alle prestazioni sanitarie alle persone malate, a volte
inguaribili, ma sempre e comunque curabili. Lo stabiliscono, come viene
spiegato articolatamente nel volume, le leggi vigenti, dalla riforma
sanitaria del 1968 alla definizione dei livelli essenziali di assistenza
sanitaria e socio sanitaria (Lea) del 2001/2002. Il volume è anche
una guida che spiega passo passo, con documenti fac-simile e indicazioni
dettagliate e facilmente leggibili, come comportarsi per vedere
riconosciuto il diritto alla cura delle persone non autosufficienti, a
partire dall'opposizione alle dimissioni dalle strutture sanitarie,
primo ed indispensabile tassello del percorso di accesso alle
prestazioni sanitarie e alla continuità terapeutica e assistenziale. Un capitolo è
dedicato alle dieci proposte (elencate brevemente qui sotto) per una
nuova organizzazione nazionale delle cure ai malati non autosufficienti.
Una traccia di lavoro attorno alla quale far crescere il diritto alle
cure sanitarie e alle prestazioni previste dai Lea per i malati non
autosufficienti, a partire dal diritto ad essere curati prioritariamente
a domicilio. Le dieci proposte: In allegato: la
copertina,
l'indice e
l'introduzione del libro
Il volume è in vendita al prezzo scontato
di euro 10,00 (euro 12,00 in caso di spedizione postale) presso la
Fondazione promozione sociale onlus, Via Artisti 36, 10124 Torino.
Versare il relativo importo sul c.c.p. n.
47107537 (o tramite bonifico bancario Iban: IT66L0200801058000020079613)
intestato a “Fondazione promozione sociale onlus”.
Non si fanno spedizioni in contrassegno.
Per accelerare la spedizione inviare copia della ricevuta di pagamento
mezzo fax (011.8122595) o tramite e-mail a
info@fondazionepromozionesociale.it. Per informazioni tel. 011.8124469. 2. Alleghiamo la
sentenza del Consiglio di Stato n.
5355/2013 in cui viene precisato che nei casi in cui le prestazioni
socio-sanitarie o socio-assistenziali sono erogate a
ultrasessantacinquenni non autosufficienti o a soggetti con handicap in
situazione di gravità, «si deve avere riguardo alla situazione economica del solo assistito e
non a quella della famiglia». Si tratta di una
ulteriore conferma avendo lo stesso Consiglio di Stato stabilito
l’identico principio nelle sentenze n.
1607 e
5185/2011 nonché nella n. 6674/2012. Purtroppo nella
succitata sentenza n. 5355/2013 il Consiglio di Stato ha interpretato in
modo fuorviante la sentenza n.
296/2012 della Corte costituzionale. Mentre «la Corte ha affermato che il principio di rilevanza della situazione
economica del solo assistito, espresso dalla norma statale non
costituisce “livello essenziale delle prestazioni”» non è
assolutamente vero che detto principio
«può essere derogato dalla legislazione regionale». Infatti, ai
sensi della lettera l) del 2° comma dell’articolo 117 della Costituzione
«lo Stato ha legislazione
esclusiva» in merito
all’ «ordinamento civile»
materia che comprende anche i rapporti fra gli enti pubblici ed i
cittadini. Ne consegue, che
come ha precisato il prof. Massimo Dogliotti, docente di diritto presso
l’Università di Genova e magistrato della Corte di Cassazione che in
base alla norma sopra citata, le Regioni in materia di contribuzioni
economiche riguardanti i congiunti delle persone che ricevono
prestazioni socio-sanitarie «non possono legiferare nemmeno in modo concorrente». Detta limitazione
riguarda non solo le Regioni, comprese quelle a statuto speciale, ma
anche le Province autonome di Trento e Bolzano.
Notizie
- n. 15
del 25 ottobre 2013
Oggetto: Ricorso alla Corte
costituzionale in merito:
a) ai contributi economici richiesti
ai congiunti delle persone con disabilità grave;
b) ai poteri delle Regioni in merito
alle contribuzioni economiche
Si allega
l’ordinanza n. 207 con la quale il Tribunale di Trento, Sezione di Tione,
ha dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di
legittimità costituzionale dell’articolo 18 della legge della Provincia
autonoma di Trento 27 luglio 2007 n. 12, in cui è previsto che l’intero
nucleo familiare di appartenenza degli utenti deve compartecipare alle
spese relative alle prestazioni socio-assistenziali erogate alle persone
con disabilità.
Infatti l’articolo 18
della succitata legge della Provincia autonoma di Trento stabilisce
quanto segue:«Compartecipazione
degli utenti. 1.
I soggetti che fruiscono di prestazioni consistenti
nell'erogazione di un servizio compartecipano alla spesa in relazione
alla condizione economico-patrimoniale del nucleo familiare di
appartenenza, secondo quanto previsto dall'articolo 6 della legge
provinciale n. 3 del 1993, nonché in relazione alla tipologia della
prestazione erogata. 2.
I criteri di determinazione della compartecipazione, il limite
massimo della spesa posta a carico dell'utente, nonché i casi di
esenzione dalla compartecipazione medesima sono stabiliti dalla Giunta
provinciale con atti d'indirizzo e coordinamento».
Il provvedimento del
Tribunale di Trento (a nostro avviso molto ben motivato) è stato
predisposto:
a) sulla base della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
(riguarda pertanto anche gli anziani colpiti da patologie invalidanti e
da non autosufficienza, nonchè gli infermi affetti dal morbo di
Alzheimer o da altre forme di demenza senile);
b) tenendo conto del 1°
comma dell’articolo 38 della Costituzione («Ogni
cittadini inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere
ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale»);
c) in merito alla lettera
m del 2° comma dell’articolo 117 della Costituzione («Lo
Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) m)
determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i
diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il
territorio nazionale»).
Come risulta dall’allegato
documento della Fondazione promozione sociale onlus le norme contenute
nella bozza del nuovo Isee sono particolarmente negative e sono le
stesse che il Tribunale di Trento ha trasmesso alla Corte costituzionale
affinché accerti se sono o meno conformi alla nostra Costituzione.
Sarebbe quindi necessario
che le norme del nuovo Isee venissero emanate solamente dopo il
pronunciamento della Corte costituzionale.
Ciò premesso Vi preghiamo
di voler assumere tutte le opportune iniziative volte ad ottenere la
sospensione dell’entrata in vigore del nuovo Isee.
Al riguardo segnaliamo
alla Vostra attenzione che la Fondazione promozione sociale onlus ha
inviato ai Deputati e ai Senatori piemontesi la seguente e-mail
«Uniamo
l’ordinanza della Sezione di Tione del Tribunale di Trento rivolta alla
Corte costituzionale. Il provvedimento (a nostro avviso molto ben
motivato), riguardante la non costituzionalità dell’imposizione di
contributi economici ai congiunti, è stato predisposto sulla base della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con
disabilità, del primo comma dell’articolo 38 della Costituzione e della
lettera m) del 2° comma dell’articolo 117 della stessa Costituzione.
«Vi preghiamo di valutare la possibilità della presentazione al
Presidente del Consiglio dei Ministri di una interrogazione, volta a
segnalare l’opportunità che il nuovo Isee non sia operante prima del
pronunciamento della Corte costituzionale. Questa nostra richiesta è
avanzata anche da Maria Grazia Breda quale prima firmataria della
Petizione popolare nazionale sul finanziamento dei Lea, Livelli
essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (firme raccolte
41.946, e 86 adesioni pervenute come da allegato; attualmente all’esame
della Commissione “Affari sociali” della Camera dei Deputati con il n.
66, e della Commissione “Igiene sanità” del Senato con il n. 156).
«Il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo Isee in attesa del
pronunciamento della Corte costituzionale, è altresì motivato dalle
preoccupanti disposizioni ivi contenute, esplicitate nel documento
allegato, che riguarda: 1 - i rilevantissimi oneri economici che vengono posti a carico
degli anziani malati cronici non autosufficienti ricoverati nelle Rsa,
il cui importo può raggiungere i 1.500 euro mensili, somma che, nei casi
in cui il ricoverato non sia in grado di coprire con la propria
situazione economica, nella nuova proposta viene posta a carico dei
coniugi e dei figli, compresi quelli non conviventi, sulla base
dell’inaccettabile principio secondo cui i congiunti sarebbero
corresponsabili delle malattie inguaribili dei loro familiari e,
pertanto, devono farsene carico anche sotto il profilo economico.
Ricordiamo che, come viene citato nella suddetta Petizione per il
finanziamento dei Lea, nel 1999 «2
milioni di famiglie sono scese sotto la soglia della povertà a fronte
del carico di spese sostenute per la “cura” di un componente affetto da
una malattia cronica» (cfr. documento “Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio del
Ministro per la solidarietà sociale, e diffuso nell’ottobre 2000).
Questa allarmante situazione si è ridotta a seguito dell’entrata in
vigore dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 in base ai quali i
soggetti con handicap permanente grave e gli ultrasessantacinquenni non
autosufficienti devono contribuire alle spese sostenute per la loro cura
e assistenza esclusivamente in base alle loro risorse economiche
(redditi e beni) senza alcun onere per i loro congiunti. 2 - le funzioni assegnate
alle Regioni in violazione della lettera
l) del 2° comma
dell’articolo 117 della Costituzione in cui viene precisato che «lo Stato ha legislazione esclusiva» in
merito all’ «ordinamento civile» e cioè in merito ai rapporti, inclusi quelli di natura economica,
tra le persone, parenti compresi.
Confidiamo vivamente nella presentazione dell’interrogazione di cui
sopra, nonché nel Vostro intervento nei confronti della Presidenza dei
Ministri del lavoro e delle politiche sociali, della salute e
dell’economia».
Mentre restiamo a Vostra
disposizione, gradiremmo ricevere notizie in merito alla Vostre
iniziative relative a quanto sopra esposto, nonché in merito alle nostre
precedenti e-mail (Notizie n. 14 del 23 settembre 2013).
Notizie
- n. 14
del 23 settembre
2013
Basi delle iniziative possono essere le seguenti:
- le 86 adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e private
il cui elenco è reperibile sul sito
www.fondazionepromozionesociale
- le 41.946 firme raccolte fra i cittadini elettori
- l’allegata
Risoluzione n. 8-00191 approvata all’unanimità nella scorsa
legislatura in data 11 luglio 2012 dalla Commissione affari sociali
della Camera dei Deputati.
Vi è pertanto la necessità che ognuno di noi e di Voi:
- prenda contatto con i Parlamentari delle Commissioni Igiene e sanità
del Senato e Affari sociali della Camera, mediante
incontri personali, e-mail, lettere, ecc.
- incontri o scriva al Ministro della sanità, Beatrice Lorenzin -
Via Lungotevere Ripa 1 ROMA
-
segreteriaministro@sanita.it
- incontri o scriva al Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
Prof. Enrico Giovannini - Via
Veneto, 56 - 00187 ROMA -
segreteriaministrogiovannini@lavoro.gov.it
- incontri o scriva al Vice Ministro per le politiche sociali
Prof.ssa Maria Cecilia Guerra - Ministero del Lavoro
e delle Politiche Sociali - Via Fornovo, 8 00192 ROMA
-segreteriaviceministroguerra@lavoro.gov.it
tenendo presente quanto riportato nell’allegato
editoriale del n. 183, 2013 di
Prospettive assistenziali che uscirà tra qualche giorno.
È estremamente importante che le iniziative abbiano carattere di
continuità fino al raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.
Al fine di consentire alla Segreteria di svolgere l’indispensabile
attività di coordinamento, si prega di fornirci tutte le informazioni da
Voi ritenute utili, così come noi ci impegneremo di fornirvi tutte le
notizie in nostro possesso.
Segnaliamo i seguenti provvedimenti che possono essere utili per i
rapporti con i Parlamentari, i Ministri e le altre persone (=> v.
allegato).
Notizie
-
n. 13
del
29 agosto 2013
La Petizione
si rivolge in particolare ai soggetti con handicap gravemente
invalidante, agli anziani malati cronici, alle persone affette dal morbo
di Alzheimer o da altre forme di demenza senile e ai pazienti con
rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima autonomia, oltre un
milione di nostri concittadini.
Base
fondamentale anche di questa seconda Petizione è il decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 novembre 2001 “Definizione
dei Livelli essenziali di assistenza” (Lea) emanato a seguito degli
accordi intervenuti fra il Governo, le Regioni a statuto ordinario e
speciale e le Province autonome di Bolzano e di Trento, le cui norme
sono cogenti ai sensi dell’articolo 54 della legge 289/2002.
I Lea
stabiliscono che il Servizio sanitario nazionale deve garantire anche
l’assistenza domiciliare integrata, comprendente non solo le attività
sanitarie (medicina generale e specialistica, interventi infermieristici
e riabilitativi) ma anche le «prestazioni di aiuto infermieristico e
assistenza tutelare alla persona».
Tutte le sopra
indicate prestazioni devono essere fornite gratuitamente dal Servizio
sanitario nazionale, ad esclusione di quelle riguardanti l’aiuto
infermieristico e l’assistenza tutelare che sono a carico della sanità
nella misura del 50%.
Considerati i
notevoli benefici per le persone non autosufficienti curate e assistite
a domicilio, nonché i relativi rilevanti risparmi realizzati dal
Servizio sanitario nazionale, la Petizione popolare nazionale richiede
che:
1. venga riconosciuto il prioritario diritto pienamente esigibile alle
prestazioni domiciliari in tutti i casi in cui possano essere fornite a
domicilio le necessarie prestazioni;
2. i congiunti o i soggetti terzi (denominati “accuditori”) siano
disponibili ad assicurare il necessario sostegno domiciliare;
3. gli accuditori ricevano un rimborso forfettario delle spese sostenute
il cui importo sia calcolato nella misura di almeno il 50% della retta a
carico delle Asl e dei Comuni per i ricoveri presso strutture
residenziali;
4. venga riconosciuto ai soggetti terzi e ai congiunti che assicurano le
prestazioni domiciliari il ruolo di volontari intrafamiliari che, pur
non avendo alcun obbligo giuridico di svolgere attività di competenza
delle Asl e dei Comuni, assumono le frustranti incombenze riguardanti le
persone non autosufficienti.
Ciò premesso,
alleghiamo il testo delle
adesioni finora pervenute.
3. Vi segnaliamo inoltre che
sarebbe molto importante se con la
raccolta delle firme la popolazione potesse essere informata che in base
alle vigenti disposizioni: a) i soggetti con handicap intellettivo in situazione di gravità
hanno il pieno e immediato diritto, al termine della scuola
dell’obbligo, alla frequenza di un centro diurno aperto quotidianamente
8 ore al giorno per 5 giorni alla settimana. Al riguardo con l’ordinanza
n. 381/2012 il Tar del Piemonte ha stabilito che le liste di attesa
sono illegittime; b) i succitati soggetti, gli anziani cronici non autosufficienti,
le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da altre forme di demenza
senile, gli infermi con rilevanti disturbi psichiatrici e limitatissima
autonomia hanno anch’essi il diritto pienamente e immediatamente
esigibile all’accoglienza residenziale che, per quanto concerne i
soggetti con handicap dovrebbe essere attivata esclusivamente presso
comunità alloggio parafamiliari di 8-10 posti al massimo, mentre per gli
altri infermi il ricovero è previsto presso le Rsa, Residenze sanitarie
assistenziali. Detto ricovero deve essere disposto dalle Asl in tutti i
casi in cui, anche per la non disponibilità dei congiunti per qualsiasi
motivo, non sono possibili le prestazioni domiciliari. A questo
proposito ricordiamo le Ordinanze del Tar del Piemonte n.
609/2012 e
141/2013.
4. Segnaliamo alla Vostra attenzione che
su iniziativa di Anaste Liguria,
della Confcommercio Ascom Genova, della rivista 50&Più, della
Federfarma e di Agas, (Associazione genovese amministratori di
sostegno), è stato pubblicato l’allegato
opuscolo “Tutti hanno diritto alle cure socio-sanitarie compresi:
anziani malati cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, malati
psichiatrici, persone con disabilità gravemente invalidanti”
in cui vengono richiamati i diritti
sanciti dai Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e
socio-sanitaria. A riguardo siamo lieti che finalmente la questione
delle persone non autosufficienti viene affrontata anche da
organizzazioni economiche.
Notizie -
n. 12
del 25
luglio 2013
In relazione alle possibili iniziative per contrastare l’iniqua e
ingiusta bozza del nuovo ISEE (cfr.
Notizie n. 10 del 18 giugno
u.s.), informiamo che la Fondazione promozione sociale onlus ha oggi
lanciato tramite la piattaforma internet “Change”, la PETIZIONE ON-LINE
avente per oggetto "RICHIESTA URGENTE DI MODIFICA DEL NUOVO ISEE". Come sapete
le regole della bozza del
nuovo ISEE per il comparto socio-sanitario sono ingiuste.
Difatti, qualora approvate, le nuove regole obbligherebbero i congiunti
delle persone non autosufficienti ricoverate (anziani malati
cronici, persone con demenza senile, morbo di Alzheimer, soggetti con
handicap intellettivo grave, ecc.) al versamento di contributi
economici per le cure ad esse fornite.
Mentre
è corretto che i malati succitati contribuiscano al pagamento delle
prestazioni – com’è oggi previsto – tramite i loro personali redditi e
beni, l’attribuzione di oneri anche ai loro congiunti è una vessazione
che penalizza i familiari di persone in gravissime difficoltà, come se
fossero colpevoli di aver generato un figlio con handicap invalidante o
di avere il coniuge o i propri genitori con malattie inguaribili.
Inoltre le nuove norme, non assicurano nemmeno il minimo indispensabile
per vivere al congiunto della persona malata cronica non autosufficiente
ricoverata e prevedono l’eliminazione della franchigia sulla prima
casa prevista dall’Isee attuale, una punizione incredibile imposta a
coloro che hanno lavorato una vita per possedere l’alloggio in cui
abitano con il preoccupante rischio della necessità di venderlo per
pagare la retta.
Per
approfondimenti ricordiamo la nota inviata al
Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri Giovannini, Lorenzin
e Saccomanni, nonché al Vice Ministro Guerra avente per oggetto: “Osservazioni
e proposte in merito alle gravissime, spesso vessatorie e
anticostituzionali norme della
bozza del nuovo Isee e alle assurde disposizioni che stabiliscono
minori oneri a carico di una parte dei ricoverati”
(cfr. Notizie n. 10 succitata). E’ possibile firmare
la Petizione on-line semplicemente
cliccando qui. Questo il link completo:
http://www.change.org/it/petizioni/richiesta-urgente-di-modifica-del-nuovo-isee
Confidiamo
vivamente pertanto nella Vostra collaborazione per sottoscrivere anche
la Petizione on line "Richiesta
urgente di modifica del nuovo ISEE"
nonché per inoltrarla presso Vostri conoscenti, amici, parenti, ecc.
Notizie -
n. 11
del 26 giugno 2013 Martedì
25 giugno 2013 è stato promosso dal Csa
(Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) e
organizzato dalle associazioni di volontariato del settore
socio-sanitario impegnate nella promozione e tutela dei diritti delle
persone non autosufficienti – in particolare: anziani cronici non
autosufficienti, malati di Alzheimer o con altre forme di demenza
senile, infermi psichiatrici con limitata autonomia e soggetti con gravi
disabilità intellettive – un presidio davanti alla sede del Consiglio
della Regione Piemonte. Alleghiamo il
resoconto apparso su La Stampa
del 26 u.s., nonché il testo del
volantino predisposto e distribuito dagli organizzatori. Notizie
- n. 10
del 18 giugno 2013
Riportiamo di seguito copia del testo della
e-mail e dei relativi
allegati inviati da Maria Grazia Breda al
Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri Giovannini, Lorenzin
e Saccomanni, nonché al Vice Ministro Guerra avente per oggetto: “Osservazioni
e proposte in merito alle gravissime, spesso vessatorie e
anticostituzionali norme della
bozza del nuovo Isee e alle assurde
disposizioni che stabiliscono minori oneri a carico di una parte dei
ricoverati”. Confidiamo vivamente in Vostre forti, continue ed urgenti iniziative dirette ad evitare che alle dolorose situazioni di malattia e/o di disabilità delle persone non autosufficienti vengano aggiunti anche ingiusti e ingiustificati oneri a carico degli interessati e dei loro congiunti. Grati se vorrete informarci circa le iniziative da Voi intraprese. 1- Testo di commento alla bozza per il nuovo ISEE 1a- Allegato - Dgr 37/2007 Regione Piemonte 1b- Allegato - Articolo di Massimo Dogliotti. La bozza del nuovo Isee (al 13 giugno 2013)
Notizie
- n. 9
del 7 giugno 2013
1.
Vi informiamo che la
Petizione popolare nazionale sul finanziamento dei Lea, Livelli
essenziali di assistenza socio-sanitaria per le persone non
autosufficienti è stata registrata:
2.
Uniamo l’articolo “Sul
contributo chiesto ai parenti degli assistiti in tempi di crisi
economica” del prof. Massimo Dogliotti, Consigliere della Corte di
Cassazione e Docente di diritto presso l’Università di Genova che verrà
pubblicato in uno dei prossimi numeri della rivista “Famiglia
e diritto”.
3.
Ricordiamo l’urgente necessità di intervenire nei confronti dei
Parlamentari e dei Ministri della sanità e delle politiche sociali per
evitare l’approvazione di norme di legge sull’Isee che impongano anche
ai congiunti delle persone non autosufficienti di contribuire alle spese
relative alle prestazioni socio-sanitarie fornite dalle Asl e dai
Comuni. Al riguardo si unisce lo schema “Ingiuste
e ingiustificate disparità di trattamento previste dalla bozza del nuovo
Isee”.
4.
Invitiamo le organizzazioni che collaborano alla raccolta delle firme e
delle adesioni per la presentazione al Parlamento ed al Governo della
Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del prioritario
diritto alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari delle persone non
autosufficienti, di voler cortese sollecitudine segnalare a questa Segreteria notizie
sull’andamento della raccolta delle firme e delle adesioni e sulle
eventuali difficoltà incontrate.
5.
Sono aperte le prenotazioni
per la partecipazione al
Seminario di Milano previsto per Sabato, 12 Ottobre 2013 (ore
9,30-13,30). Il Seminario è rivolto alle organizzazioni sociali e di
volontariato che desiderano approfondire e/o conoscere le azioni
pratiche da mettere in atto per ottenere il diritto alle prestazioni
previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria.
Notizie
- n. 8
del 22 maggio 2013
1.
Segnaliamo che con la lettera di accompagnamento che riportiamo, in data
9 maggio 2013 sono state trasmesse ai
Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, nonché ai Ministri
della sanità e delle politiche sociali ulteriori 25.538 firme e le 86
adesioni raccolte in merito alla Petizione popolare nazionale per il
finanziamento dei Lea, Livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e
socio-sanitarie.
"La scrivente Maria Grazia
Breda, quale prima firmataria della Petizione in oggetto e quale
presidente della Fondazione promozione sociale onlus, a cui è stata
affidata la Segreteria dell’iniziativa, consegna alle S.V. le 25.538
firme e le 86 adesioni di personalità e di organizzazioni pubbliche e
private pervenute a sostegno della Petizione popolare nazionale per il
finanziamento dei Lea, Livelli essenziali di assistenza sanitaria e
socio-sanitaria per le persone non autosufficienti.
Come risulta anche dal testo
dei moduli
allegati, la Petizione è stata indetta per chiedere ai
Parlamentari del Senato e della Camera dei Deputati «gli
urgentissimi provvedimenti necessari per assicurare la completa
copertura finanziaria delle prestazioni domiciliari, semiresidenziali e
residenziali riguardanti le persone con handicap invalidanti, gli
anziani malati cronici non autosufficienti, i soggetti colpiti dal morbo
di Alzheimer o da altre forme di demenza senile, i pazienti psichiatrici
(complessivamente oltre un milione di nostri concittadini) ai quali il
Parlamento, con l’approvazione dell’articolo 54 della legge 289/2002, ha
riconosciuto i diritti pienamente esigibili
sanciti dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
29 novembre 2001, concernenti i Lea, Livelli essenziali di assistenza».
La scrivente segnala alla
Vostra attenzione che la Petizione era stata presentata ai Presidenti
del Senato e della Camera dei Deputati nella scorsa legislatura, nonché
ai Ministri Renato Balduzzi e Elsa Fornero. Al Senato la Petizione era
stata registrata con il numero 1399 mentre alla Camera dei Deputati era
stata classificata con il numero 1403. La Camera dei Deputati
l’aveva presa in esame e la Commissione Affari sociali in data 11 luglio
2012 aveva approvato all’unanimità l’allegata
Risoluzione n. 8-00191. Purtroppo, a causa dello
scioglimento anticipato delle Camere, non erano arrivate a conclusione
le iniziative intraprese con esponenti del Senato. Segnalo altresì che il
30
maggio 2012 il Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco
Fini, aveva ricevuto a Montecitorio una delegazione del Comitato
promotore della Petizione e che in data
10 ottobre 2012 aveva avuto
luogo nella sala Aldo Moro un incontro indetto dal Presidente Fini sul
tema “Livelli essenziali di assistenza sanitaria e tutela delle persone
non autosufficienti”. Ciò premesso la scrivente, a
nome dei 25.538 cittadini firmatari e delle 86 personalità ed
organizzazioni pubbliche e private che hanno
aderito all’iniziativa,
chiede alle S.V. di assumere con la massima urgenza le iniziative
necessarie per l’attuazione del diritto delle persone non
autosufficienti ad ottenere le prestazioni domiciliari, semiresidenziali
e residenziali sancite dalle leggi vigenti.
Precisa che i moduli completi
del testo e delle firme originali sono consegnati al Presidente della
Camera dei Deputati, mentre agli altri destinatari sono trasmesse le
relative fotocopie; le adesioni sono invece allegate con le relative
motivazioni".
2.
Ricordiamo l’urgente necessità di intervenire nei confronti dei
Parlamentari e dei Ministri della sanità e delle politiche sociali per
evitare l’approvazione di norme di legge sull’Isee che impongano anche
ai congiunti delle persone non autosufficienti di contribuire alle spese
relative alle prestazioni socio-sanitarie fornite dalle Asl e dai
Comuni. Al riguardo si unisce lo schema “Ingiuste e ingiustificate
disparità di trattamento previste dalla bozza del nuovo Isee”.
3.
Invitiamo le organizzazioni che collaborano alla raccolta delle firme e
delle adesioni per la presentazione al Parlamento ed al Governo della
Petizione popolare nazionale per il riconoscimento del prioritario
diritto alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari delle persone non
autosufficienti, di voler cortese
sollecitudine segnalare a questa Segreteria notizie sull’andamento della
raccolta delle firme e delle adesioni e sulle eventuali difficoltà
incontrate.
4.
Sono aperte le prenotazioni
per la partecipazione al
Seminario di Milano previsto per Sabato, 12
Ottobre 2013 (ore 9,30-13,30). Il Seminario è rivolto alle
organizzazioni sociali e di volontariato che desiderano approfondire e/o
conoscere le azioni pratiche da mettere in atto per ottenere il diritto
alle prestazioni previste dai Lea, Livelli essenziali di assistenza
socio-sanitaria.
Notizie - n. 7
del 18 aprile 2013 1.
Uniamo gli articoli di
M.G. Breda e di G. Dosio “Come
abbiamo ottenuto in base ai Lea il diritto alla frequenza del Centro
diurno di una giovane con handicap intellettivo grave” e di F.
Santanera “Cinquant’anni
di volontariato per le promozione
e difesa dei diritti delle persone non autosufficienti”:
esperienze e risultati”, pubblicati sul n. 181, gennaio-marzo 2013
di Prospettive assistenziali. Alleghiamo anche l’indice
di detto numero della rivista e ricordiamo che l’abbonamento annuale per
il 2013 è di euro 45,00 da versare sul c.c.p. 25454109 dell’Associazione
promozione sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino, oppure tramite
bonifico bancario codice Iban: IT39Y0200801058000002228088.
2.
Uniamo anche i documenti: “Recenti
importanti provvedimenti che confermano il diritto pienamente e
immediatamente esigibile alle cure socio-sanitarie sancite dei Lea”
e “Norme
fondamentali sulle contribuzioni economiche”. 3.
Gradiremmo ricevere Vostri commenti in merito al
documento
elaborato dall’Osservatorio
nazionale sulla condizione delle persone con disabilità,
soprattutto per quanto concerne la mancata evidenziazione delle esigenze
e dei diritti delle persone anziane colpite da patologie
invalidanti e da non autosufficienza (situazione in cui può cadere
ognuno di noi anche da un momento all’altro) e l’importante e urgente
attuazione dei Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria. 4. La
Segreteria resta in attesa di ricevere da Voi notizie in merito ad
eventuali problemi riguardanti la
raccolta delle adesioni e delle firme per la
Petizione
popolare nazionale sul prioritario diritto alle cure domiciliari
delle persone non autosufficienti.
Notizie - n. 6
del 9 aprile 2013 Di seguito i relativi contatti: Presidente del Consiglio dei Ministri, Sen. Mario Monti - Palazzo Chigi - Piazza Colonna, 370 - 00187 Roma; segreteriadelportavoce@governo.it), Ministri della salute Renato Balduzzi (Lungotevere Ripa 1, 00153 Roma; segreteriaministro@sanita.it), e del Lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero (Via Veneto, 56 - 00187 Roma; segreteriaministrofornero@lavoro.gov.it),
Sottosegretario
al lavoro e alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra (Via
Fornovo, 8 – 00192 Roma;
segreteriaguerra@lavoro.gov.it)
e Direttore generale del Ministero del lavoro e delle politiche
sociali Dott. Raffaele Tangorra
(Via Fornovo, 8 – 00192
Roma;
r.tangorra@governo.it;
dginclusione@lavoro.gov.it).
Notizie
-
n. 5
del 28
marzo 2013
• per le persone con
handicap intellettivo in situazione di gravità la frequenza del centro
diurno a tempo pieno o il ricovero in una comunità alloggio o in
un’altra struttura residenziale; • per gli anziani malati non
autosufficienti e per le persone colpite dal morbo di Alzheimer o da
altre forme di demenza senile la continuità delle cure sanitarie e
socio-sanitarie dopo il ricovero in ospedale o in una casa di cura
convenzionata, fino al loro inserimento definitivo disposto dall’Asl in
una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale convenzionata, senza
interruzione delle prestazioni socio-sanitarie; • per i pazienti con
rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia la prosecuzione
delle cure dopo un ricovero ospedaliero in Tso, con il
trasferimento a carico dell’Asl in una struttura terapeutica sanitaria
e/ socio-sanitaria; • per i suddetti soggetti il
versamento della quota alberghiera con oneri esclusivamente a carico del
ricoverato in base alla sua situazione economica (redditi e beni,
dedotte le franchigie di legge). A conclusione del Seminario
verrà valutata la possibilità di un analogo incontro per il diritto
prioritario alle prestazioni domiciliari delle persone non
autosufficienti, sulla base delle proposte contenute nella Petizione
popolare nazionale. Il seminario avrà luogo
esclusivamente se vi saranno almeno 20 prenotazioni. Per prenotare la
partecipazione scrivere entro il 30 giugno 2013 a
info@fondazionepromozionesociale.it, oppure telefonare al numero
011-812.4469 oppure inviare un fax al n. 011-812.2595. I partecipanti
possono inviare alla Fondazione promozione sociale onlus entro il 30
giugno 2013 una breve sintesi delle iniziative intraprese dalle loro
organizzazioni in merito alla tutela dei diritti (2 pagine, massimo
7.000 battute spazi compresi).
Notizie
-
n. 4
del 15 marzo
2013 Ad
integrazione del Notiziario n. 3 inviato il 14 u.s., uniamo la
seguente ulteriore documentazione utile per
segnalare all’Osservatorio nazionale sulle
condizioni delle persone con disabilità, le Vostre osservazioni e
proposte, di cui si gradirebbe ricevere copia.
-
Articolo “Quali impegni in Italia per i diritti e l’integrazione
delle persone con disabilità” pubblicato il 26 febbraio 2013 dall’Uneba
(www.Uneba.org)
-
Primo
Rapporto italiano alle Nazioni Unite sulla implementazione della
Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
(“Treaty-Specific Document”)
-
Pagina del
Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sull’Osservatorio
-
Decreto ministeriale
del 30 novembre 2010 sulla composizione dell’Osservatorio
Notizie
-
n. 3
del 14 marzo 2013 Alleghiamo il
testo della e-mail inviata l’8 marzo u.s. dal Csa (Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base) al Presidente e ai
Componenti dell’Osservatorio nazionale sulle condizioni delle persone
con disabilità, in merito all’allegato documento “Primo programma
d’azione italiano per la promozione dei diritti e l’integrazione delle
persone con disabilità” predisposto dall’Osservatorio nazionale sulle
condizioni delle persone con disabilità.
Notizie
-
n. 2 del
28 febbraio 2013 Il confronto si baserà sullo
scambio delle esperienze concrete messe in atto dalla Fondazione
promozione sociale onlus e dalle altre organizzazioni sociali che,
avvalendosi delle norme vigenti,
hanno ottenuto: •
per le
persone con handicap intellettivo in situazione di gravità la frequenza
del centro diurno a tempo pieno o il ricovero in una comunità alloggio o
in un’altra struttura residenziale;
•
per gli
anziani malati non autosufficienti e per le persone colpite dal morbo di
Alzheimer o da altre forme di demenza senile la continuità delle cure
sanitarie e socio-sanitarie dopo il ricovero in ospedale o in una casa
di cura convenzionata, fino al loro inserimento definitivo disposto
dall’Asl in una Rsa, Residenza sanitaria assistenziale convenzionata,
senza interruzione delle prestazioni socio-sanitarie; •
per i
pazienti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia la
prosecuzione delle cure dopo un ricovero ospedaliero in Tso, con
il trasferimento a carico dell’Asl in una struttura terapeutica
sanitaria e/ socio-sanitaria; •
per i
suddetti soggetti il versamento della quota alberghiera con oneri
esclusivamente a carico del ricoverato in base alla sua situazione
economica (redditi e beni,
dedotte le franchigie di legge). Il seminario avrà luogo
esclusivamente se vi saranno almeno 20 prenotazioni. Per prenotare la
partecipazione scrivere entro il 30 giugno 2013 a
info@fondazionepromozionesociale.it, oppure telefonare al numero
011-812.4469 oppure inviare un fax al n. 011-812.2595. I partecipanti
possono inviare alla Fondazione promozione sociale onlus entro il 30
giugno 2013 una breve sintesi delle iniziative intraprese dalle loro
organizzazioni in merito alla tutela dei diritti (2 pagine, massimo
7.000 battute spazi compresi).
a) fra gli interventi
riguardanti le “Politiche sociali: sistema e risorse” alla pagina 1
viene previsto quanto segue: «Costruire
e consolidare un flusso certo di finanziamenti vincolati ben più
cospicuo di quanto mai il Fondo nazionale per le politiche sociali e il
Fondo per la non autosufficienza abbiano mai raggiunto». Al riguardo
si osserva che la maggior parte dei finanziamenti rivolti alle
prestazioni socio-sanitarie
per le persone con disabilità grave e per gli anziani non
autosufficienti sono a carico del Fondo sanitario nazionale (cfr. il
testo
della Petizione popolare per il finanziamenti dei Lea). Pertanto
dovrebbe essere finanziato soprattutto questo Fondo; b) fra gli interventi del
capitolo “Autonomia, vita indipendente, ‘dopo di noi’,
deistituzionalizzazione” è segnalato quanto segue: «Considerare
il tema e le soluzioni attuali per il “dopo di noi” non più in una
connotazione di emergenza da declinare nelle Rsa, ma riflettere su una
nuova stagione che veda, in particolare le persone con disabilità
intellettiva e relazionale,
raggiungere il diritto di vivere la propria età
adulta, ove possibile, autonomamente dal proprio nucleo familiare in un
contesto inclusivo e non segregante». A
questo proposito si ricorda che in base ai Lea, Livelli essenziali di
assistenza socio-sanitaria (decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri del 29 novembre 2001, le cui norme sono cogenti in base
all’articolo 54 della legge 289/2002) le persone con disabilità
intellettiva in situazione di gravità hanno il pieno ed immediato
diritto esigibile alla frequenza di centri diurni (come confermato dalle
sentenze n.
784 e
785/2011 del Tar della Lombardia e dall’ordinanza del Tar del
Piemonte n.
381/2012) e all’accoglienza residenziale; d) nulla viene richiesto in
merito ai corsi prelavorativi e all’inserimento al lavoro presso aziende
pubbliche e private delle persone con handicap intellettivo lieve e
medio lieve, nonostante le positive esperienze realizzate, esperienze
che dovrebbero essere estese in tutte le zone del nostro Paese; e) per quanto riguarda le
prestazioni domiciliari delle persone non autosufficienti, la Petizione
popolare, di cui è in corso la raccolta delle adesioni e delle firme,
contiene le dettagliate indicazioni emerse dal confronto con decine di
organizzazioni sociali.
Notizie
-
n. 1 del
7 febbraio 2013 1. Uniamo il
testo
della Petizione popolare nazionale per il diritto prioritario alle prestazioni
socio-sanitarie domiciliari delle persone non autosufficienti ed un
foglio illustrativo di detta iniziativa.
Se provvedete Voi alla fotocopiatura del
modulo per la raccolta delle firme, occorre utilizzare esclusivamente
fogli A/3 (4 pagine). In
alternativa Vi invieremo il numero dei moduli e dei fogli illustrativi
da Voi richiesto con l’indicazione dell’indirizzo postale. 2. Sottolineiamo
l’estrema importanza che la raccolta delle firme venga soprattutto
effettuata in modo da fornire le necessarie informazioni sulle esigenze
e sui vigenti diritti delle persone non autosufficienti. 3. Ringraziamo fin
d’ora tutti coloro che provvederanno a riportare la Petizione nel loro
sito internet e nelle loro pubblicazioni. 4. Ricordiamo
nuovamente che sono a gratuita disposizione gli opuscoli:
- “Handicap
intellettivo in situazione di gravità – Diritti esigibili sanciti
dai Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria” - “Cure
per anziani malati cronici e malati di Alzheimer. Breve guida sul
diritto degli anziani
cronici non autosufficienti e dei malati di Alzheimer alle cure
socio-sanitarie”
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